18 March 2024

In attesa di Serbia-Croazia

Venerdì 6 settembre 2013

Dopo una decina di ore di autobus sono arrivato a Belgrado per assistere alla partita Serbia-Croazia di stasera. Non si tratta già di un incontro vitale per le qualificazioni mondiali, visto che i padroni di casa sono praticamente eliminati da tempo. La Croazia invece mantiene intatte le possibilità di essere prima del gruppo.

130903 bus Udine-Beograd - Foto Alessandro Gori P1240098

Ieri c’è stata la conferenza stampa degli ospiti, in un Marakana blindato per l’occasione. Nelle vicinanze dello stadio si vedevano poliziotti in tenuta antisommossa ogni dieci metri,

130905 prima di Serbia-Croazia - Foto Alessandro Gori P1240134

anche davanti alle biglietterie,

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con un elicottero in perlustrazione.

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Forse non era proprio necessario, anche perché oltre alla loro nazionale di croati in giro non ce ne sono. Ma probabilmente il prefetto ha pensato che era meglio prevenire.

Nella pancia dello stadio si vedono alcune foto storiche, qui la generazione di Dragan Džajić (615 partite e 370 reti con la Zvezda) probabilmente inizio anni Settanta.

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Alla conferenza stampa degli ospiti si sono presentati il Capitano Darijo Srna e il selezionatore Igor Štimac,

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a cui forse sembrava strano trovarsi nello stadio della Crvena Zvezda con le insegne del club dietro a loro. Entrambi si sono comunque complimentati per la buona accoglienza ricevuta dagli organizzatori locali.

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Štimac era in campo nel primo vero doppio incontro tra i due paesi nel 1999, per le qualificazioni agli Europei dell’anno successivo. Allora la Serbia si chiamava Repubblica Federale di Jugoslavia in cui era compreso (a livello politico solo nominalmente) anche il Montenegro, che forniva comunque qualche giocatore alla nazionale.

Ero presente a quel primo incontro, il 18 agosto di 14 anni fa al Marakana: anche in quel caso nessun tifoso avversario allo stadio e animi in ebollizione. Calcisticamente la partita non ebbe molto da dire, uno scialbo 0-0. Il momento più interessante si ebbe poco prima dell’inizio. Come si può immaginare, l’inno croato venne subissato di fischi, ma poi all’inno di casa fu ancora peggio: infatti si trattava ancora del vecchio Hej Sloveni, quello della Jugoslavia titina e che quasi tutti all’epoca vedevano come fumo negli occhi. Poi durante la partita si spensero anche i riflettori dello stadio, facendo pensare a un boicottaggio dall’alto.

Il ritorno al Maksimir, il 9 ottobre, risultò invece decisivo con tensione acutissima e un sofferto 2-2 finale: iniziò Asanović al 20’, pareggio del montenegrino Mijatović al 25’ e vantaggio di Deki Stanković sei minuti dopo. Il successivo pareggio di Mario Stanić non impedì ai serbo-montenegrini di approdare agli Europei di Olanda/Belgio.

Ovviamente si trattava di un altro momento storico, ora le relazioni si sono (quasi) normalizzate.

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E ora i protagonisti di allora, cresciuti insieme nelle nazionali giovanili jugoslave, si trovano fuori dal campo: Davor Šuker è il Presidente della Federazione Croata, il selezionatore Štimac è coadiuvato dal dirigente Alen Bokšić, mentre sulla panchina serba siede (ancora per poco) Siniša Mihajlović, originario di Borovo Selo (nei dintorni di Vukovar, la città martire nella Slavonia croata rasa praticamente al suolo durante gli scontri tra agosto e novembre 1991) e di mamma croata e papà serbo.

All’andata al Maksimir di Zagabria la tensione esisteva comunque. In campo la supremazia locale e due erroracci della difesa ospite (il primo di Kolarov, vergognoso per un giocatore della sua categoria) hanno permesso alla Croazia di vincere 2-0 eliminando virtualmente i serbi. Stasera ai padroni di casa non resterà altro che misurare l’orgoglio residuo (se mai esiste ancora).

La sgambatura dei croati, nel Marakana vuoto e con Sveti Sava al fondo,

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il discorso di prammatica del mister,

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qualche palleggio di Luka Modrić,

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di fronte a pochi giornalisti, anche ospiti.

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All’uscita dallo stadio, le luci del Marakana si vedono anche da lontano, sorvegliate da pochi passanti e molti poliziotti.

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La cronaca della partita e altre amenità prossimamente sul blog di Fútbologia.org.

 

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