29 March 2024

Ricordo di deda Ljuba e panegirico della rakija

Boljkovci, lunedì 20 luglio

boljkovci - deda05

L’ultimo atto a Zlatibor è stato l’arrivederci (condito da caffè turco e varie rakije) ai miei ospiti, una famiglia con cui ci conosciamo da anni. Poi, verso mezzogiorno arrivo in bus a Gornji Milanovac, città del mio amico Boban (Slobodan) che proprio oggi festeggia il suo compleanno.

Siamo amici dal 2003, poi ho incontrato tutta la sua famiglia, compreso suo nonno Ljuba (Ljubomir), con cui nel tempo si è instaurato uno speciale rapporto di affetto. Purtroppo non ho conosciuto nessuno dei miei nonni: uno morì in Russia, l’altro quando avevo due mesi; invece mi sono potuto godere una nonna, morta quando avevo dieci anni. Andando spesso a trovare Boban e la sua famiglia dicevo scherzando ma neanche troppo che deda Ljuba era il mio nonno adottivo.

boljkovci - prase con deda05

Deda Ljuba è mancato nello scorso novembre, all’età di 80 anni. Abitava a Boljkovci, un selo (villaggio) sulle colline sopra Gornji Milanovac, a circa una mezz’oretta dal capoluogo. Siamo in piena Šumadija, il cuore geografico e storico della Serbia. Gli Aksentijevići sono una famiglia molto unita. Dopo che Deda era rimasto vedovo, cercavano di andare spesso al selo per stargli vicino. Ovviamente tutti aiutano per i lavori agricoli quando c’è bisogno, nipoti compresi.

Boljkovci è un vero e proprio selo. C’è anche una piccola kafana (ma solo per bere), il cui proprietario è un cugino di Deda chiamato krtica (la talpa). La casa di Deda sorge isolata, a qualche chilometro dal paese. Di fronte, c’è anche la casa di Olgica, una simpatica vecchietta col bastone, altra parente di Deda.

boljkovci - olgica

Spesso suo figlio Zdravko viene a trovarla (ovviamente la tendenza è che i giovani vadano a vivere nelle città abbandonando i villaggi come questo).

Dall’altra parte della strada si trova il frutteto degli Aksentijevići, tra cui le famose šljive (le prugne) con gli alberi che da lontano sembrano dipinti di blu Le rakije, cioè i distillati di frutta, si sa, sono uno dei prodotti più tipici e genuini dei Balkani. Da secoli i segreti della lavorazione vengono gelosamente tramandati di generazione in generazione e praticamente in ogni villaggio si può trovare dell’eccellente rakija fatta in casa.

boljkovci - sljive 2009

In Serbia il 90% della rakija è šljivovica, cioè distillato di prugne, divenuto uno dei simboli del paese, tanto che durante l’embargo si scherzava sulla (parziale) autarchia alla quale i serbi erano stati costretti dicendo «Fuck the coca, fuck the pizza, all we need is šljivovica».

alambicco di deda

Deda possedeva un alambicco stratosferico con cui produceva, aiutato dalla famiglia, ettolitri di rakija, per la gran parte šljivovica. Nel 2004 si raggiunse forse l’apoteosi, con i rami che spezzavano per il loro peso.

boljkovci - sljive 2004a

Di solito negli anni buoni si arriva a 1500 litri (!). Ora sono Boban e suo papà Miro a produrla.

boljkovci - deda+miro05

In breve, proprio dai terreni degli Aksentijevići dovrebbe passare la nuova autostrada Beograd – Bar (in Montenegro) con fondi europei. Se ne parla da anni ma il progetto sembra sicuro, anche se i tempi non si conoscono. La famiglia ha accettato l’idea ma ha tirato un sospiro di sollievo quando ha saputo i dettagli: «Uf, per fortuna passerà sulla casa», hanno esclamato, «e non sopra il frutteto! Una casa si ricostruisce facilmente, gli alberi di šljiva no…».

Non ero riuscito ad essere presente al funerale di Deda e ci tenevo a dargli un ultimo saluto. Così insieme a Boban sono andato al cimitero del villaggio per bere una šljiva sulla sua tomba. Come si fa in questi casi, prima di tutto se ne versa un po’ a terra per coloro che non ci sono più.

boljkovci - tomba deda2

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