29 March 2024

Il Tribunale dell’Aja stravolge la sentenza di primo grado: i Generali croati Gotovina e Markač sono assolti

Sabato 17 novembre 2012

Sentenza choc all’Aja. Ieri mattina il Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra (ICTY) ha ribaltato in appello il primo giudizio assolvendo a sorpresa i Generali croati Ante Gotovina e Mladen Markač. Nel primo grado il 15 aprile 2011 lo stesso tribunale aveva condannato Gotovina a 24 anni (e Markač a 18) ritenendolo responsabile di otto capi d’accusa, tra i quali crimini contro l’umanità, deportazione, omicidio e persecuzione per i fatti accaduti nella cosiddetta Krajina (il territorio dell’entroterra della Dalmazia in cui vivevano popolazioni serbe) durante l’Operazione Oluja (tempesta) dell’agosto 1995. Anche il defunto Presidente croato Franjo Tuđman era stato riconosciuto come personaggio chiave per la pulizia etnica in quelle zone.

Ieri invece la Corte li ha assolti per maggioranza (sui cinque giudici che la componevano due hanno votato contro, tra cui l’italiano Fausto Pocar), ritenendo che non esisteva un piano prestabilito per espellere a forza la popolazione serba dalla regione. Allora circa 300mila serbi furono costretti a fuggire da quei territori, alcune centinaia furono uccisi e circa 20mila case vennero distrutte ma ora, secondo il Tribunale, nessuno ne è colpevole o almeno non esisteva un progetto in tal senso, forse sarà accaduto accidentalmente?

Si possono immaginare le reazioni. In Croazia fin da giovedì sera erano stati organizzati dei turni di preghiera e al mattino di ieri la lettura della sentenza è stata trasmessa in diretta su grandi schermi issati nelle piazze delle principali città, preceduta dalla recitazione collettiva del «Padre nostro».

All’assoluzione sono seguite scene di giubilo e di isteria collettiva, con attempate signore in lacrime e reduci in uniforme esultanti.

Il governo croato ha inviato un aereo ufficiale all’aeroporto di Rotterdam insieme a due ministri che hanno riportato a casa i due “eroi”. Ieri sera alla Bana Jelačića, la piazza principale di Zagabria, bagno di folla con fischi estemporanei al governo e Presidente della Repubblica (socialdemocratici) in carica.

In Serbia la sentenza è stata invece vissuta come un colpo al cuore e si è gridato allo scandalo: si ritiene che costituisca una vera e propria vergogna, inasprendo la sensazione di ingiustizia e quel sentimento di disprezzo verso le istituzioni internazionali accusate di utilizzare sempre due pesi e due misure riguardo ai crimini commessi durante i conflitti jugoslavi.

Per caso proprio ieri mi trovavo a Rijeka/Fiume, non esattamente la città più nazionalista del paese. Già dai giorni precedenti si notavano però manifesti e cartelli che auspicavano la libertà per i due.

Subito dopo l’annuncio sono iniziati i caroselli con clacson ed esibizione di bandiere giganti, anche se qui a dire il vero non esattamente in gran numero.

Nel pomeriggio la lunga diretta con l’attesa per il ritorno dei Generali.

Se alla società serba vengono spesso rimproverati alcuni aspetti nazionalisti, che dire delle scene vissute in questi giorni in Croazia? Gotovina gode di un appoggio incondizionato in molte regioni della Croazia, soprattutto a Zadar/Zara e nell’ex Krajina. Figuriamoci ora che anche gli internazionali lo hanno sollevato dalle accuse. È solo un caso che la sentenza coincida con gli ultimi mesi di avvicinamento all’Unione Europea della Croazia, il cui accesso avverrà il primo luglio del prossimo anno?

Gotovina, 57 anni, ex integrante della Legione Straniera e Generale dell’Esercito croato, considerato un eroe da molti suoi connazionali, venne ricercato per quattro anni dal Tribunale Internazionale dell’Aja per crimini contro i civili serbi. La Croazia, a causa di Gotovina (ovvero per la non collaborazione del suo governo), aveva subìto un decisivo arresto al processo di adesione all’Unione Europea perdendo il treno che invece presero Romania e Bulgaria nel 2007. Finché, probabilmente dopo un accordo segreto, il 7 dicembre 2005 Ante riapparve come dal nulla in un ristorante di Tenerife e venne filmato mentre veniva arrestato dalla polizia spagnola durante una cena. Il video è stato successivamente rimosso da Youtube, dove rimangono solo le scene posteriori:

Ancor oggi fa impressione visitare le zone della Krajina, in cui sono tornati pochissimi serbi, soprattutto anziani.

Dopo 17 anni i villaggi svuotati e le case ancora spaccate si susseguono per chilometri nella brughiera della Lika.

In un villaggio croato a ridosso dei paesini serbi faceva bella mostra di sé una delle tante gigantografie di Gotovina che pullulano dappertutto con la scritta: «Vogliamo la verità, nero su bianco».

Poco lontano un busto del «Primo Presidente Croato», Dr. Franjo Tuđman.

Domani domenica la festa definitiva a Vukovar, la città simbolo della guerra nell’anniversario della sua caduta (1991).

 

Comments

  1. croazia, benvenuta in europa…

  2. Forse non sono stato attento, ma mi sembra che in Italia la faccenda sia passata parecchio sotto silenzio

  3. Gde je tu pravda? Prvo ih proglase krivim i odredeim kazna, a posle nisu krivi!!! Gde to ima, samo u takozvanom sudu u Hagu.
    Pozdrav Mile i Vesna

  4. Vergogna

Rispondi a Luke Annulla risposta

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.