16 April 2024

La Laguna Negra, a 1650 metri

Lunedì 9 gennaio 2012

Non è stato facile, almeno per me, ma ne è valsa la pena. I dintorni di Bariloche offrono molte escursioni in montagna, ma non mi aspettavo uno spettacolo come quello offerto dalla Laguna Negra.

L’inizio non è dei più incoraggianti… 14 kilometri in salita?! Mah.

L’aspetto positivo è che almeno all’inizio il percorso non sembra così duro e si svolge parzialmente all’ombra, con l’abbondante acqua dell’arroyo (torrente) Goye disponibile per dissetarsi.

Molto più sopra, la vista del Gordo e del Negro (due tra i modi più comuni per chiamare amici o conoscenti o semplicemente persone di cui non si conosce il nome).

Si sale ancora, e si intravedono dei resti di ghiaccio nonostante il caldo. Sono passate quattro ore, ma il pezzo più duro è l’ultimo, esposto al sole che picchia duro. Il caracol (la “chiocciola”, cioè il sentiero che si inerpica sulla salita) da qui sembra ancor più impressionante.

Poi in cima, la sorpresa. Ancora con la lingua a penzoloni rimaniamo abbacinati dalla vista della Laguna Negra, un lago a circa 1650 m slm in mezzo alle montagne e dall’acqua limpidissima.

Proprio sul lago si trova un rifugio, dove passeremo la notte: è chiamato Refugio Italia ed è dedicato a tale Manfredo Segre, un italiano innamorato delle montagne della zona morto nel 1967 in un disastro aereo a Monrovia (Liberia). Segre si era trasferito in Argentina nel 1938 (posso immaginarne il motivo, visto il cognome e la data) e aveva espresso la volontà per la costruzione di un rifugio in questo magnifico angolo di Patagonia. Alcuni suoi amici trovarono i fondi necessari e nel 1969 portarono a termine la non facile opera, che venne ovviamente dedicata a Manfredo.

Da allora appartiene al Club Andino di Bariloche (corrispondente al nostro club alpino).

Strutturato su due piani, al suo interno vi si può (a pagamento) cucinare, mangiare, dormire (al piano di sopra, almeno per quelli che riescono a non sentire chi russa…).

L’atmosfera è molto accogliente, grazie anche alla verve della refugiera Naty: questo il sito.

Nel rifugio si produce anche una birra artigianale.

Quassù il sole scende molto lentamente mentre la luna fa capolino, insieme a qualche condor.

Per ogni luna piena si organizzano nottate di musica; peccato che manchi ancora qualche giorno. Per l’occasione il cuoco si è trasferito fin quassù.

L’ultimo raggio di sole sulla cima.

In breve sarà buio.

Il paesaggio diventa surreale.

Di fronte a tali panorami uno dei momenti più alti è il whisky guarnito con il ghiaccio portato da un piccolo ghiacciaio vicino.

Al mattino il lago è uno specchio,

di acqua limpidissima.

Siamo qui.

Un peccato partire, ma la lunga (almeno per me) discesa ci aspetta.

Mi ricordavo il percorso più corto e la fine non arriva mai. Per fortuna in fondo si riceve la meritata ricompensa di un’ottima birra artigianale “Berlina” (sic),

accompagnata da una tablita, seppur abbastanza ridotta.

Poi però a casa arrivano in aiuto varie infornate della celeberrima Flammenküche, una deliziosa specie di pizza alsaziana che come si può notare porta un nome di origine tedesca, per lo scorno di molti abitanti della regione (e di chi l’ha cucinata).

Comments

  1. posto fantastico, mi sembra. e foto molto belle
    non camminare troppo, che rischi di chatwinizzarti!

  2. …meglio chatwinizzarti che avvinazzarti! Ricordo a tutti che quest’estate sei già arrivato in pramosio alto, al lago di avostanis a metri 1940. La prossima estate raggiungerai il lago volaia a 1950 m, con molti meno km di salita…e la cucina del Marinelli al ritorno! Laghi sicuramente più piccoli di questo tal negroide ma che ormai ti caratterizzano anche come neopioniere montano: brafo! Dalle Alpi (carniche) alle Ande, Edmondo De Amicis è con te. LR

  3. Concordo con LR sulla sua considerazione di apertura! Se le mete sono così affascinanti e spettacolari poi… lo sforzo viene ripagato alla grande! Comunque mi pare che un minimo di alcool “di conforto” non manchi mai! 🙂
    Ah LR, se possibile, mi prenoto con largo anticipo per l’interessante escursione “Volaia” di quest’estate: sono passati troppi anni dall’ultima volta in cui ci sono stato.
    Un saluto!

  4. Qué belleza de lugar!!! Debió ser dificil llegar hasta allí!!!! Se veian muy bien esos tirabuzones!!! Después de 14 km. en subida habrán estado exquisitos!!!! Un beso: Augusto y María. La foto de la luna y el cóndor merecen 10 puntos.-

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