28 March 2024

Il Saint-Étienne torna in testa nel Campionato Francese dopo 28 anni. Souvenir des Verts. Rocheteau

Martedì 28 settembre 2010

Dopo lunghissimi anni di oblio, conditi anche da diversi campionati in Seconda Divisione, l’ASSE (Association Sportive de Saint-Étienne) per la prima volta dopo 28 anni è tornata in testa della Ligue 1, il campionato francese.

Molti non più giovani si ricorderanno dell’ondata emotiva che avevano creato les Verts (dai colori della loro maglia) nella gloriosa epoca a cavallo tra Sessanta e Settanta. Una piccola città della profonda provincia francese (Loira) era diventata la dominatrice del campionato, con otto titoli e cinque coppe in dodici stagioni (due doppiette) ed anche una finale (persa) di Coppa Campioni nel 1976. Fu allora che anche un caro amico ferrarese, che proprio ieri compiva gli anni, divenne tifosissimo dei Verts.

Fondato nel 1919, dal 1931 la sua casa è il celeberrimo “Stade Geoffroy-Guichard”, che prende il nome dal padre dell’allora presidente e fondatore del gruppo al quale apparteneva il club: una catena di negozi alimentari (Casino) da cui deriva anche il colore verde delle maglie del club.

Dopo i campionati 1957 e 1964, tra il 1967 e il 1970 il Saint-Étienne infila quattro titoli consecutivi e due Coppe di Francia. Poi, nel 1972, l’emergenza creatasi dalle dimissioni del tecnico Albert Batteux, spinge il 33enne difensore Robert Herbin (383 partite con i Verts) a sedersi in panchina, sulla quale rimarrà per 11 anni. Fulcro del secondo periodo dorato del club, Herbin miscela i giovani virgulti del vivaio stéphanois (Janvion, Bathenay, Synaeghel, Sarramagna, Patrick Revelli) con la vecchia guardia (Santini, Lopez, Merchadier,), assicurandosi altre tre Ligues consecutive (74, 75, 76). Nella Coppa Campioni 1975 i Verts eliminano lo Sporting Lisboa, il Hajduk del futuro udinese Ivica Šurjak (recuperando il 4-1 di Spalato con un drammatico 5-1 in casa) e i polacchi del Ruch Chorzow (3-2 per i polacchi in trasferta e 2-0 in casa), cadendo in semifinale di fronte ai futuri campioni del Bayern (0-0 in Loira e 2-0 per i tedeschi a Monaco).

Nell’anno successivo l’ASSE può contare anche sul ventenne Dominique Rocheteau che, inutilizzabile nelle due stagioni precedenti per infortunio, diviene il giocatore simbolo del club. Rocheteau, dribblomane capellone che svolazza all’ala destra, è amatissimo dai tifosi e viene soprannominato Ange Vert (angelo verde). È lui l’eroe principale dell’epopea del Saint-Étienne che raggiunge addirittura la finale di Coppa Campioni. Dopo aver fatto fuori facilmente il København (con vittorie 0-2 in Danimarca e 3-1 in casa), contro il Glasgow Rangers l’ASSE vince 2-0 in casa e 1-2 in Scozia, con Rocheteau che segna una rete e fornisce un assist. Nei quarti il sorteggio mette di fronte i francesi contro i campioni sovietici e detentori della Coppa Coppe: la Dynamo Kyiv, squadrone guidato in panchina del leggendario Valerij Lobanovskij e in campo dal Pallone d’Oro Oleg Blohin. I sovietici si impongono per 2-0 all’andata (Konjkov e Blohin) e la qualificazione sembra compromessa, ma il ritorno al “Geoffroy-Guichard” è epico. Blohin ha due occasioni per sentenziare definitivamente il quarto ma si fa anticipare; poi è il centravanti Hervé Revelli a marcare la prima rete, seguita da un gol su punizione di Larqué. I supplementari sono da tregenda, con Rocheteau che, nonostante un infortunio, riesce a segnare il definitivo 3-0 che vale il passaggio del turno.

La semifinale contro il PSV si risolve in un tramite: 1-0 in casa con l’ennesima punizione di Larqué; poi in Olanda è la gran giornata del portierone serbo Ivan Ćurković (ex Velež e Partizan) che para tutto e i Verts raggiungono la finale!

L’attesa è spasmodica. Ma l’incontro disputato all’“Hampden Park” di Glasgow il 12 maggio 1976 non riserverà il lieto fine. Di nuovo il Bayern (che aveva eliminato l’ASSE l’anno prima), vincitore delle due Coppe dei Campioni precedenti. L’idolo Rocheteau, che si era nuovamente infortunato nel ritorno contro il PSV, è in panchina, ma lo squadrone di Franz Beckenbauer, Uli Höneß, Sepp Maier, Gerd Müller e un giovane Rummenigge è in difficoltà. Il Saint-Étienne ha varie occasioni, prende anche traverse e pali (con Bathenay, Sarramagna e Santini): passarono alla storia come Les poteaux carrés, visto che allora erano quadrati. Nella ripresa il Bayern parte meglio e al 57’ segna l’1-0 con una punizione di Franz Roth (arcigno centrocampista che marcò anche nella finale di Coppa Coppe 67 en ella finale di Coppa Campioni 75). Per cercare di rimediare al risultato, Rocheteau entra in campo solamente negli ultimi sette minuti, semina il panico nella difesa bavarese, ma non c’è niente da fare. Il Bayern è campione per la terza volta consecutiva e i Verts perdono quell’occasione unica davanti a 25mila francesi arrivati fino in Scozia.

http://www.youtube.com/watch?v=q6pqcZW0-dw

Nonostante la sconfitta, l’accoglienza al ritorno in patria è senza precedenti: la squadra viene ricevuta dal Presidente Giscard d’Estaing e sfila sugli Champs-Élysées tra due ali di folla festante. È l’apice del successo stéphanois ma, nonostante la Coppa di Francia 1977, il ciclo si sta esaurendo; finisce anche la lunghissima imbattibilità casalinga al “Geoffroy-Guichard” che dura dall’marzo 1973 all’agosto 1977 (106 partite, in tutte le competizioni).

Nel 1979 il Saint-Étienne acquista Michel Platini, proveniente dal Nancy: è lui a portare i Verts al decimo e ultimo titolo francese della sua storia (1981), dopo che il vecchio idolo Rocheteau si era trasferito l’anno prima al Paris Saint-Germain (PSG). Nell’epica finale di Coppa di Francia 1982 Rocheteau con la sua nuova squadra si trova di fronte proprio il Saint-Étienne guidato da Platini, alla sua ultima partita in Francia (verrà poi acquistato dalla Juventus): vince il PSG 6-5 ai rigori dopo che i supplementari si erano chiusi sul 2-2 (una rete di Rocheteau e due di Platini).

Rocheteau era il contraltare dell’ex fuoriclasse della Juventus, esponendosi con le proprie posizioni filosofiche e politiche di sinistra durante tutta la sua carriera. Con la Francia Rocheteau disputò due semifinali mondiali (82, 86) e vinse l’Europeo 84, in cui grande protagonista fu Platini. Ha poi presieduto la Commissione per l’Etica nella Federazione Calcistica Francese (in tutta la sua carriera ha ricevuto solo due ammonizioni), mentre com’è noto Platini è Presidente dell’UEFA.

Tornando al Saint-Étienne, negli anni Ottanta il club inizia un lungo periodo di decadenza, sportiva ed economica, culminato con la prima retrocessione in Ligue 2, nel 1984. Da allora per alcuni anni il club fa l’altalena fra la Prima e la Seconda Divisione, sia per problemi sportivi che giudiziari.

Anche in quel periodo buio il “Geoffroy-Guichard” è teatro di un tifo scatenato, capace di calamitare anche le simpatie di un’amica italiana (non proprio avvezza al calcio) che si ritrova a vivere alcuni mesi a Saint-Étienne. Il Chaudron (“calderone”, come viene chiamato) può ospitare circa 35mila spettatori.

Dal 2004 l’ASSE ritorna stabilmente in Ligue 1. Se nel 2007/08 il quinto posto gli vale la prima partecipazione alla Coppa UEFA dopo 27 anni, l’anno successivo il club riesce ad evitare la retrocessione solo grazie al 4-0 al Valenciennes dell’ultima partita. Nella scorsa stagione ottiene la stessa posizione, un deludentissimo 17° posto, appena sopra la zona retrocessione.

Quest’anno la musica sembra diversa. Nella 6ª giornata, grazie alla vittoria casalinga con il Montpellier (3-0), il Saint-Étienne ritorna in testa al campionato francese dopo 28 (!) anni. Ieri sera, per la 7ª giornata, si è disputato il derby per eccellenza contro l’Olympique Lyonnais (OL), la squadra più forte del campionato (anche se leggermente appannata in quest’avvio di stagione), rinforzata nella scorsa estate da Yoann Gourcuff, il giovane regista comprato per 22 milioni dal Bordeaux (che al Milan aveva trascorso un paio d’anni in panchina). Lanciatissimo, il Saint-Étienne ha espugnato domenica il campo degli odiati rivali (per la prima volta dopo 17 anni, 0-1, rete di Payet su punizione) rinforzando la sua posizione di capolista.

«Non durerà tanto», mi diceva ieri il mio disincantato amico ferrarese tifoso dei Verts. Lo so Paolo, ma è lo stesso una bellissima sensazione.

Comments

  1. Ecco dove (primo gol, primo video…) è nata la massima: “gol sbagliato… gol subìto”!!! Hehehe!
    Bella storia davvero, anche perchè tra le righe mi hai ricordato dell’esistenza e delle mirabilie di quel mitico giocatore che è stato Platini! 🙂

  2. Paolo Negri says

    Mitico Ale… La cosa più bella in questo (momentaneo, per me) exploit del Saint Etienne è che coincide con il ritorno di Dominique Rocheteau: ha lasciato la presidente del Consiglio dell’Etica ed è entrato al Saint Etienne più o meno con ruolo di vice-presidente. Il suo impegno: diffondere valori come solidarietà, impegno, umiltà, amore per la maglia, rivalorizzazione del settore giovanile. In prima squadra stanno già giocando i vari Janot, Perrin, Riviere (e sono in rosa Andreu e altri) in epoche più o meno diverse cresciuti in casa. Con Rocheteau (mai banale: anche attore, co-proprietario di un trottatore, organizzatore di stage estivi per giovani, ma non in località rinomate bensì nella sua Charente Maritime ove la famiglia da generazioni vive della coltura delle ostriche) potrebbe davvero chiudersi il cerchio, nella maniera più splendida e romantica possibile. Per quest’anno non ci credo molto ma ci spero. Sarebbe una grande lezione: in estate il Saint Etienne sul mercato ha speso 150.000 euro… Allez les Verts!!!

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