3 October 2024

Incontro con gli altri membri dell’equipaggio ed inizio della seconda parte del viaggio: Beograd-Sofija-İstanbul

Beograd, lunedì 10 agosto

Domenica sera a Beograd ci siamo finalmente ritrovati con Andrea, S. e Furio, gli altri tre amici che parteciperanno all’avventura caucasica. Ancora una volta siamo ospitati (due più due) dai grandissimi Mile e Vesna ed Olja e Sale, sempre disponibili in questi casi.

 

gruppone a beograd

Le fatiche (e le soddisfazioni) da “guida turistica serba” non sono però ancora finite. Nonostante il mio stato pietoso, è necessario un ultimo sforzo: quasi tutti i reduci di Guča erano confluiti nella capitale: con loro e con altri appena arrivati ci siamo ritrovati per l’ultima serata serba insieme.

Al mattino presto siamo finalmente partiti per raggiungere il Caucaso in treno. Dopo quattro settimane da solo, anche se sempre circondato da amici serbi, ora si entra in una nuova dimensione del viaggio. Arriviamo alla stazione di Beograd con Mile indossando le magliette nuove fiammanti [si veda la pagina dedicata].

Subito dopo la partenza iniziamo anche il programma semovente Il Torzeòn, speciale CarniaCaspio: l’idea è di realizzare cinque puntate alla settimana fino alla fine del viaggio, chissà se riusciremo a collegarci sempre.

santa trinita

Oggi è anche il mio compleanno: quest’anno nessuna festa, ma almeno sono riuscito a mettere insieme vari prodotti serbi di cui tutti i compagni di viaggio vanno ghiotti [e di cui abbiamo già parlato in questo sito].

Una tegla (vasetto) di ajvar della mamma di Dušan di Niš, sopravvissuta miracolosamente fino ad agosto:

ajvar sul treno

il prosciutto di Zlatibor:

prosciutto di zlatibor

ed il kajmak comprati da Mile al mercato vicino casa:

kajmak sul treno

il salame di mangulica preso a Zasavica [si veda la storia su questo sito],

salamino di mangulica

un imponente barattolo di slatko [confettura di fragoline di bosco che in questa o altre fogge si offre agli ospiti quando arrivano nelle case serbe] della famiglia di Zlatibor che mi ha ospitato:

slatko

nella continuazione del viaggio lo slatko è stato accoppiato con successo con yogurt, prima bulgaro e poi turco.

slatko+yoghurt

Da Beograd a Niš si prosegue abbastanza rapidi (circa quattro ore), ma poi da Niš al confine bulgaro il treno rallenta paurosamente visto che i binari si trovano in uno stato pietoso. In questa parte si procede quasi a passo d’uomo seguendo il corso della Niševa in un paesaggio incantevole, tra boschi e montagne.

tratta nis-bulgaria

Stiamo facendo allenamento per la lentezza che troveremo nel profondo Est: anche dalle visioni dal finestrino si intuisce che ci troviamo a Sud dove i ritmi sono più lenti, con la gente seduta vicino ai binari, in attesa di non si sa bene cosa.

dragoman bulgaria

Già a Dimitrovgrad abbiamo accumulato un’ora di ritardo che potrebbe procurarci delle spiacevoli conseguenze. Fino a pochi mesi fa esisteva un vagone diretto Beograd – İstanbul, ma è stato eliminato poche settimane fa: ora bisogna cambiare a Sofija. Quando ho comprato i biglietti, in stazione mi hanno prospettato scenari tragici, spiegandomi che il ritardo è di solito apocalittico e che sarà difficile prendere la coincidenza. Il controllore bulgaro dice che ci aspetteranno, ma il dubbio sorge: se non saliremo su quel treno dovremo passare la notte in Bulgaria ed aspettare il treno di domani.

arrivando a sofija

Per fortuna nonostante il ritardo riusciamo ad arrivare a Sofija in tempo, la cui periferia è annunciata da varie ciminiere che ricordano altri tempi.

slatke arrivando a sofija

Il treno per la Turchia è già sul binario, ma con i suoi tre miseri vagoni sembra abbastanza squinternato.

il treno per istanbul

Con un’altra botta di culo riusciamo a trovare l’ultimo scompartimento libero con quattro cuccette e c’è anche tempo perché Furio e S. vadano a comprare qualcosa per cena: salgono sul vagone poco prima che si chiudano le porte.

 

Dopo le fatiche di Guča sono per fortuna riuscito a riposare. In piena notte veniamo poi svegliati al confine tra Bulgaria e Turchia, dove ci fermiamo un’ora e mezza. Qui scopro che per noi italiani non serve più il visto turco (anche prima bastava solo pagarlo alla frontiera senza problemi).

frontiera turchia 2

Siamo ad agosto, İstanbul è una meta relativamente vicina e quasi di moda. Non c’è da stupirsi se il treno sia pieno di ragazzi con lo zaino, prologo dei moltissimi stranieri che troveremo nella capitale turca. Saranno solo due giorni, poi sicuramente ad Est di turisti ne troveremo ben pochi, semmai ci sarà solo qualche sparuto viaggiatore.

Comments

  1. era ora che questo blog prendesse una piega brigadesca 😉

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