Martedì 7 giugno 2011
Da tempo la Trota del Cornappo, subito fuori Nimis, era nella nostra lista di posti da provare. Finalmente ci siamo riusciti e ne è valsa sicuramente la pena.
È necessario prenotare in anticipo, per evitare di avere già l’acquolina in bocca e farsela scappare all’ultimo momento come è capitato a noi. Anche perché spesso il cuoco si sbizzarrisce in serate tematiche, abbinando la trota con verdure di stagione, che risultano molto richieste.
La zona di Nimis pullula di agriturismi e trattorie. Questa sorge proprio sul torrente Cornappo, poco prima che diventi un affluente del Torre, e possiede un annesso allevamento di trote. È aperta durante la stagione, da marzo a ottobre.
L’ambiente è curato e carino. Purtroppo siamo venuti di sera (piovosa per giunta) e non abbiamo potuto apprezzare il giardino e le vasche dell’allevamento.
Anche se sul menu esistono delle alternative, la Trattoria è ovviamente specializzata nella Trota e propone un sorprendente viaggio nelle diverse possibilità di abbinamenti che offre questo pesce.
È soprattutto la Fantasia di antipasti a stupire, una sequenza da favola che comprende anche la trota aromatizzata al ginepro su un piatto di rucola, il classico veneziano in saòr (con cipolle e uvette), marinata, con pan grattato, con i peperoni e, la mia preferita, affumicata alle mandorle.
Ma ci è rimasta la voglia della Mousse di Trota affumicata con i crostini.
Per questa prima visita scegliamo di continuare con il secondo, una trota a testa per assaggiare il pesce in sé, accompagnato da contorni di verdura cotta. Anche qui veniamo stuzzicati alquanto. Alla rucola,
agli asparagi (l’unica già curata e non intera),
ai carciofi.
Altre possibilità comprendevano la Trota classica alla griglia, ai capperi e olive, alla pizzaiola, agli aromi, farcita al San Daniele, scaloppata ai sapori di stagione.
Non parendo, arriviamo sazi a fine pasto.
Ci serve giusto un sorbetto per aiutare la digestione,
e la grappa di mirtilli offerta dalla casa.
In 6 paghiamo circa 28 euro a testa (buono il bianco della casa), ben spesi considerando anche la qualità e le invenzioni delle portate.
La prossima volta ci torneremo a pranzo e, invece del secondo, sceglieremo l’opzione di continuare all’infinito con gli assaggini dagli inaspettati abbinamenti.
La scheda:
Alla Trota del Cornappo
Via Cornappo 6
Nimis (UD)
Una sera buia e piovosa, alla trota del cornappo di nimis-bel paese, uscendo dal bagno mi fermai ad osservare le grosse-grasse trote-forellen che nuotavano controcorrente ed a pelo d’acqua. Accanto a me un indigeno che fumava. Mi raccontò della pericolosità della specie, mi disse che bastava sfiorare il bordo dell’acqua con un dito e te lo ritrovavi disossato. Mi spiegò che sono così abituate a mangiare ogni cosa che gli si porge che ormai attaccavano ogni cosa si muovesse sul filo dell’acqua. A riprova di ciò mi raccontò che anni orsono, circa 20, in carnia, in fleons, un bimbo di pochi anni cadde in acqua e venne divorato dai pesci carnivori…ormai eravamo in pieno film horror anni ’70, tipo lo squalo-l’orca assassina-cujo il cane cattivo-il grizzly bavoso- jena plinsky, etc…mi scappò una battuta e gli indicai in certi politicanti e faccendieri nostrani, alla luce delle cronache quotidiane, i possibili “mangimi” da utilizzare: trovai una reazione alquanto bellicosa. Mi squadrò adirato, gettò nell’acqua la cicca (che venne mangiata sicuramente) e si scagliò con veemenza e a male parole contro coloro che sbarcano sulle nostre coste senza documenti pensando di trovare la “Terra Promessa”. Disse: “Siamo in guerra? E allora bisogna sparargli! Altrimenti li buttiamo in pasto alle trote.” Me la svignai augurandogli “buona domenica” per l’indomani. Pensai alla facilità con cui certi individui sono forti con i deboli e deboli coi forti, anche a parole al ristorante durante una pausa guardando le trote. Evitai di sottolineare, per la precisione ma solo per quella eh, che l’allevamento di trote è molto prima di fleons, dopo il ponte a destra all’inizio della strada che vi sale da forni avoltri…LR
mi piace da mangiare e mi piace sopratutto il lavoro dei regazzi più bravi che lavorano di nome fabio e andrea