Scarborough, venerdì 2 luglio
Tornando da una splendida gita alla Penisola del Capo e al Capo di Buona Speranza ci fermiamo a Scarborough [Fair?], il primo villaggio risalendo la costa ovest (quella atlantica), un pugno di case che scendono verso il mare ventoso.
La partita tra il favoritissimo Brasile e la tosta Olanda è già iniziata e ci infiliamo nel primo “Ristorante” che troviamo. Il nome è forse altisonante, si tratta piuttosto di un simpatico baretto di paese, con un ricco menù e con annessi personaggi locali. Le tende sono arancioni, anche perché la padrona è un’olandese.
Troviamo anche alcuni argentini conosciuti mezz’ora prima al Capo. Una signora che aiuta a servire fa scendere dal suo trespolo una specie di pappagallo e lo “bacia” ripetutamente sul becco senza problemi.
Tra gli avventori si riconoscono vari personaggi. Vicino a me siede Jukka, un finlandese che non risponde alle mie sollecitazioni riguardanti il suo paese di origine, ma con una vita interessante. Abita da queste parti da 25 anni (anche se fino a quando esisteva l’Apartheid viveva nel vicino Swaziland) ed è sposato ad un’inglese nata su una barca diretta in Africa. Da notare che ha smesso di bere e di fumare due anni fa.
Jukka mi spiega fino al giorno prima dell’inizio dei mondiali in questo bar non esistevano televisori, ora invece c’è un ultrapiatto. Arrivano altri avventori locali che rimangono spiazzati nel trovare i loro posti favoriti occupati da una masnada di stranieri. È ormai tardo pomeriggio, svengo dalla fame e ne approfitto per ordinare un piatto di salmone alla griglia.
La partita è strana. Per entrambe le squadre si tratta del primo esame vero in questo Mondiale. Dopo un momento iniziale di sbandamento, il Brasile sembra controllare come sempre la partita. Passa addirittura in vantaggio con uno svarione della difesa oranje che permette a Robinho di ritrovarsi solo davanti al portiere Stekelenburg ed infilare l’1-0.
Poi però accade l’inverosimile: al 53’ su un innocuo cross, un’incomprensione tra Júlio César e Felipe Melo provoca l’autorete di quest’ultimo che rimette tutto in gioco. La partita esce dal copione prestabilito e il Brasile, abituato a controllare il gioco, crolla miseramente. Al 68’ Sneijder, non proprio una torre, colpisce di testa in piena area brasiliana e insacca il 2-1. Il KO definitivo arriva dalla stupida espulsione dello stesso Felipe Melo (giocatore paradigma della gestione Dunga).
Finisce la partita e gli argentini iniziano a cantare i loro cori nel locale: non si tratta solo la rivalità storica, ma anche l’avversario pericoloso per un’eventuale finale eliminato già ai quarti.
Molti storcevano il naso di fronte a questo Brasile di Dunga che in qualche modo tradiva la sua tradizione, anche se visti i risultati positivi finora conseguiti forse non riceveva critiche così feroci, come invece sono piovute non appena la partita è finita. Qualche ora più tardi dal Brasile mi chiama Carlos (attivo nei messaggi di questo blog), annunciandomi che Dunga si è già dimesso.
alla fine della partita su sky italia, caressa ha detto qualcosa del tipo: “dopo 400 anni l’olanda ritorna regina del sudafrica”…
sob!
nefasto.
a
Melo-dramma senza fine…O meglio, la parola fine penso sia stata scritta sulla carriera in nazionale del medianone meno brasiliano della storia. Mai visto un giocatore così decisivo, nella Juve e nel Brasile !
Io sono sempre dell’idea che vanno convocati i migliori e poi si cerca di farli convivere, tatticamente e caratterialmente. Lippi, Dunga, Domenech e Maradona sono o sono diventati più presuntuosi che bravi, i risultati potevano essere migliori per tutti e quattro, invece…
… non può vincere l’Olanda i mondiali in Sudafrica!!!
anche come risposta alla domanda precedente della sil: spero solo che non vinca la germania.
l’olanda mi piacerebbe, per la storia. ma se giocano come stasera, tedeschi o spagnoli gli fanno il c__o.
e l’otello che dice?
a
ma come, per la storia del sudafrica sarebbe proprio una beffa se vincessero gli orange! e intanto sono già arrivati in finale, senza entusiasmare più di tanto…
Otello? ne ha sempre una! è stato felice di leggere la citazione (gli ho stampato l’articolo). sapeva di te in Sudafrica ma non si ricordava chi glielo avesse detto.
mandi
ps.vai a Guca? (che domanda stupida) io forse il primo giorno (13) riesco a passare di là tornando dall’Albania,sperin!
mah, non credo che in sudafrica ce l’abbia a male se vincono gli oranje. anzi, molti li seguono.
cmq a parte i ricorsi coloniali e boeri (in panchina c’e’ anche de boer), pesano le due sconfitte nelle finali del 74 e 78. perderne una terza sarebbe troppo.
grande otello, se nel mio archivio riesco a trovare una foto la butto su.
avevo saputo che avevi stampato, bellissima idea, grazie!
tu andresti SOLO il primo giorno a guca? sei pazzo…
io saro’ la’, ma molto probabilmente solo nel secondo fine settimana (da giovedi’ in poi), visto che quest’anno i disgraziati degli organizzatori hanno pensato di far durare il festival 10 giorni (con la scusa che e’ il 50mo anniversario). una pessima idea.
mandi,
a
se vuoi posso provare a rubare dalla sua taverna qualche foto storica, tipo quella insieme ad Azeglio Vicini. mi han detto che i ragazzi del Timaucleulis gli han dedicato anche un gruppo su facebook.
x Guca saremmo in due per il momento, jo e morose, dici che sia ancora più da pazzi? 🙂 ma vediamo se ci arriviamo. a proposito, consigli su quali soste fare sull’asse Tirana-Belgrado con 5 giorni a disposizione?
buon rientro! (per dove?)
ps. che si dice en catalunya di questo mondiale vinto con un finale giocata da 7 titolari con maglia blaugrana? Visca el Barça!
no, dicevo devo trovare una foto nel mio archivio…
consigli troppi, meglio se ci si vede o si parla al tel.
quando partite?
piu’ o meno sono su in carnia domenica (spero).
credo che in CAT abbiano fatto buon viso a cattivo gioco, poi sono stati quelli del Barça (e l’organizzazione del gioco blaugrana) ad essere decisivi, con la maggior parte dei giocatori uscita dalla Masia, con tutti le reti segnate da gente del Barça (bon considerando Villa, appena preso) e soprattutto la rete decisiva di Iniesta…
come dicevo nella storia, la domanda è: come prende questa vittoria la stampa di Madrid, da sempre insopportabilmente españolista (per dirlo con un termine gentile)…
mandi,
a