16 April 2024

Un tributo

Martedì 13 luglio

Fin dal primo giorno in cui ho notato quella scritta, ormai cinque settimane fa, volevo scrivere un pensiero su di lei.

In questo periodo sono passato molte volte da Miriam Makeba street, a Newtown e ogni volta mi è tornata in mente.

Nota come Mama Africa, Miriam era una delle artiste africane più riconosciute e probabilmente la più amata del Sudafrica per il suo ruolo di attivista per i diritti umani e contro l’Apartheid.

Troppo lunga la sua carriera per condensarla in poche righe. Nata a Johannesburg nel 1932, divenne famosa alla fine degli anni Cinquanta. Nel 1959 partecipò ad un cameo nel documentario anti-Apartheid Come back, Africa di Lionel Rogosin, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Si trasferì successivamente a Londra dove conobbe Harry Belafonte che la introdusse nel mercato discografico degli Stati Uniti: lì registrò molti dei suoi successi (tra i quali i celeberrimi Pata Pata e Malaika), ed ottenne un “Grammy” nel 1966.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=kCc61z9IFu4&hl=en_US&fs=1]

Quando morì sua madre, nel 1960, Miriam tentò di tornare in Sudafrica e scoprì che il suo passaporto era stato revocato. Tre anni più tardi, quando testimoniò presso le Nazioni Unite contro la situazione nel suo paese, le venne tolta la cittadinanza sudafricana. Rimase in esilio per una trentina d’anni.

Dopo varie peripezie, nel 1990 Nelson Mandela la convinse a ritornare in patria.

Nel 2005 diede l’addio alle scene prodigandosi in una lunghissima tournée mondiale che toccò tutti i paesi in cui si era precedentemente esibita.

La fine di Miriam condensa molti aspetti della sua vita. Nonostante si muovesse ormai in carrozzella, aveva accettato di cantare a Castel Volturno in un concerto speciale contro la camorra e di solidarietà a Roberto Saviano. Quella sera del 9 novembre 2008 nella cittadina simbolo del disagio erano presenti soprattutto africani che vivevano nelle townships di quella zona della Campania. Subito dopo aver cantato Pata Pata ha accusato un malore e la corsa in ospedale è stata vana. Si dice che per un artista la morte sul palcoscenico sia la fine perfetta della propria vita, ma sempre di morte si tratta.

Comments

  1. bravo bre, ci voleva qualcosa su di lei! mica solo di trube ci parli, no? ; )

Rispondi a alessandrogori Annulla risposta

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.