28 March 2024

Sul Carso Guča è più vicina: entusiasmo per “Guča na Krasu”

Mercoledì 20 luglio 2011

Grandissimo entusiasmo per la seconda edizione di Guča na Krasu, il festival di musica balcanica che con i suoi ritmi ha inondato il Carso lo scorso fine settimana. Alcuni tra i migliori nomi di queste sonorità sono saliti fino al Borgo Grotta Gigante, in comune di Sgonico, seguiti da migliaia di persone provenienti da diversi paesi, soprattutto italiani e sloveni, oltre ai serbi residenti nelle regioni limitrofe.

L’avvenimento era molto atteso. Il nostro progetto era passare 3 giorni sul Carso fermandosi a dormire in tenda. Trovare il luogo della disfida non è stato così difficile.

(Quasi) tutto ben organizzato, immenso il parcheggio ricavato in un campo volo.

Già dal tramonto di venerdì si vedevano moltissime auto.

La cassa,

e l’entrata.

Uno degli sponsor principali.

Piantare la tenda nella pietraia dietro al palco non è stato semplice.

Prima di andare al concerto uno spuntino,

e l’ultimo goccio.

Poi, dopo l’apertura dei Balkan Boys, Goran Bregović nel suo “Champagne for Gypsies” Tour.

Il pubblico, si dice oltre 8mila persone, era entusiasta.

Con alcuni trubači,

e le signore bulgare (questa volta vere),

e stavolta accompagnato Muharem Redžepi Goc.

Onestamente, notevole è la differenza rispetto alla versione del concerto ascoltata lo scorso anno: soprattutto si sente la mancanza di Alen Ademović, come precedentemente si era notata quella di Ogi Radivojević; entrambi hanno puntualmente lasciato Bregović per intraprendere una carriera personale.

Ma nei concerti di Bregović ci si diverte sempre.

L’artista sarajevese sa sempre come far agitare i suoi spettatori, soprattutto con i “suoi” (o di cui perlomeno detiene i diritti…) vecchi cavalli di battaglia Mesečina e Kalašnikov.

Poi la festa è continuata con Dj Gaetano Fabri.

Prima di andare a dormire, l’ennesimo stuzzichino.

Il risveglio è stato duro. Non è facile dormire in tenda per chi ha il sonno leggero, tra vicini che alle 5 di mattina cantano ancora a squarciagola No Woman No Cry, o chi alle 7, prima di coricarsi, discute di varie amenità con i nuovi amici proprio fuori dalla tua tenda.

Sabato mattina l’acqua per le docce è arrivata solo alle 10.

Ma non lontano, scendendo dal Carso, si vede subito il mare,

e poi dalla strada, a piedi si trova la costa triestina,

con annesso chiosco,

che cucina ottima pasta al pesce.

Era già ora di rientrare sul luogo dei concerti per una nuova serata.

Ad aprire la premiata orchestra di Ekrem Mamutović, gitani serbi del sud, vicino a Vranje.

Il grosso della gente doveva ancora arrivare.

Dentro il recinto, si potevano degustare anche diverse specialità balcaniche a cura dell’associazione culturale serba “Vuk Karadžić” di Trieste (in verità meglio i ćevapi della pljeskavica; sopra a tutto il pasulj, la zuppa di fagioli con pancetta e altre “porcate”),

ma anche un intero chiosco dedicato al “No Grill” (sic).

La star tanto attesa di sabato era Shantel, un Dj tedesco di origini romene (della Bucovina) che ha avuto molto successo producendo e mixando musica balcanica (un altro!).

Personalmente non mi riesce così facile capire come mai, ma Shantel è un idolo per molte persone, alcune delle quali sabato sono salite fin qui apposta per lui.

Nel 2007 Shantel ha fatto il botto grazie alla sua Disko Partizani (?).

Comunque abbiamo ballato anche con il buon Shantel, prima della chiusura con gli sloveni Dej Še’n Litro.

E non siamo stati gli unici.

Poi al mattino, qualcuno pagava dazio.

A colazione è nato un nuovo movimento, quello della Polpetta e Martello.

A pomeriggio una delle attrazioni più strabilianti che offre quel meraviglioso territorio che è il Carso: le frasche (in alcuni casi osmice).

Che nascondono panorami mozzafiato,

e ovviamente prelibati prodotti domaći.

Domenica i concerti iniziavano un po’ prima. C’era il grande Boban Marković che faceva le prove,

con suo figlio Marko.

Hanno aperto i funambolici Radio Zastava (che sono bisiaco-furlan-balkan).

Poi appunto l’Orchestra di Boban e Marko Marković,

sicuramente tra i migliori interpreti di questo tipo di musica

e impressionanti virtuosi della truba.

Pubblico in delirio.

Quando erano ormai le 23, ha iniziato a suonare Dejan Lazarević, giovane serbo dei dintorni di Užice e anche lui ormai abbonato ai premi più importanti di Guča.

Visto il livello delle due orchestre (le migliori ascoltate nella 3 giorni balcanico-carsolina), avrebbero forse meritato lo spazio del sabato sera.

Ritorniamo in Friuli abbastanza stanchi. Prossimo appuntamento, la Guča vera, in Serbia, il finesettimana prima di Ferragosto. Živeli!

 

Comments

  1. francesca says

    anche se sei contrario,
    grazie per le foto di shantel!!!

    e buon viaggio verso guca!
    fra

  2. servizio epico!
    manca solo una cosa:
    sabato che siete andati al bagno avete fatto un due clanfe? 🙂

  3. “ciò, son le zinque de matina!gà finido sta döna de pianzer?!” 😉 che bella serata!a presto Guy!

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