28 March 2024

P&P ® Paella (vera) a Benimaurell

Lunedì 25 aprile 2011

Moltissimi italiani (e non solo) che visitano Barcelona sono ossessionati con la paella, anche se in realtà questo è un piatto tipico originario del Pais Valencià. Vista la richiesta dei turisti, svariati ristoranti propongono paellas preconfezionate di dubbia qualità (tipo “El Paellador”), pronte in pochi minuti, quando invece la sua preparazione richiede tempo.

Un’altra importante disquisizione filosofica riguarda quali ingredienti aggiungerci. I nostri amici valenciani spiegano che quella originale contiene solo pollo, coniglio e (qualche) verdura, e che tutte le altre sono abbagli posteriori. Soprattutto la paella con frutti di mare e altri tipi di pesce, oppure quella mista (carne e pesce, detta anche mar i muntanya).

Come molti sanno, il piatto prende il nome dal recipiente in cui il riso viene cotto, una padella (stessa etimologia dell’italiano) di ferro e poco profonda. Un altro modo per riferirsi a questo piatto è arroz/arròs (riso).

In questa zona si coltivavano i suoi ingredienti fondamentali, riso e zafferano. La regione intorno a Valencia è ancor oggi un immenso orto in cui si coltiva di tutto e offre anche le verdure. Nei secoli XVIII e XIX avvenne la definitiva conquista della paella a la valenciana.

Prima di ripartire da Valencia abbiamo esplorato l’interno della regione. Ci siamo diretti verso la vall de Laguar, arroccata nell’entroterra.

Già molto affamati siamo arrivati in un campeggio che ci era stato raccomandato nell’incantevole paesino del Campell, ma la cucina era purtroppo chiusa.

Abbiamo ripiegato su Benimaurell, il paesino a fianco: nei nomi della zona si ritrova spesso il suffisso Beni- (la località più famosa è Benidorm) che proverrebbe dall’arabo (con il significato di “figlio”), retaggio appunto della lunghissima dominazione araba.

Nel paesino sorge il ristorantino “Les Rogetes”, scelto anche per essere una delle pochissime opzioni della zona.

Dalla terrazza si vede il mare, anche se la giornata grigia non aiuta.

Alla fine la scelta si è rivelata ottima. Antipasto con deliziose polpette,

mentre in cucina preparavano una paella (quasi) ortodossa.

E il millefoglie finale.

Con birra, acqua e caffè circa 10 euro a testa, regalato.

Facciamo una passeggiata nel paesino dalle strade strettissime.

E la chiesa.

Dai cartelli si capisce che da queste parti c’è anche turismo straniero.

 

Comments

  1. Con questo articolo mi hai fatto ricordare due indimenticabili trasferte turistico-sportive (con un compagno di viaggio comune ad entrambe) : Benidorm ’92 (secondo titolo iridato consecutivo per Gianni Bugno, per la gioia mia e soprattutto del suo tifoso principe che insieme a me lo aspettava al traguardo…) e Barcelona 2005, quando in un posto da te consigliato non ci portarono la paella da noi richiesta, ma una deliziosa pietanza, sempre a base di riso, che ci dissero si chiamasse “Aparecido”.
    Ancora oggi con i compagni di curva (del “Friuli”, ma in quel caso anche del “Camp Nou”) ricordiamo con nostalgia quel piatto veramente squisito, la “semisecca” bevuta in una bettola e l’intera trasferta catalana (nella quale purtroppo non hai potuto “guidarci”…)

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