Venerdì 25 marzo 2011
César Luis Menotti è da poco tornato a casa. Ricoverato il 13 marzo all’Hospital Italiano di Buenos Aires per una grave infezione polmonare, era stato operato per un nodulo al polmone destro.
Come si ricorderà Menotti, 73 anni, fu il selezionatore della nazionale argentina dal 1974 al 1982, disputando due mondiali. Uomo di sinistra, Menotti è sempre stato criticato per essere rimasto alla guida della nazionale anche dopo il golpe del 1976, soprattutto durante il vittorioso Mundial 1978, contribuendo in qualche modo a una boccata d’ossigeno per il regime militare. Ha sempre rifiutato ogni addebito, separando il calcio dalla politica. Vinse anche il famoso Mondiale Juniores 1979 a Tokyo, con capitano il giovane Maradona (che non aveva invece convocato l’anno precedente).
Con alterne fortune aveva allenato anche il Barça all’epoca di Maradona e moltissime altre squadre tra Argentina (iniziando dal grande Huracán campione Metropolitano 1973), Spagna e Messico, oltre ad una breve parentesi alla Sampdoria (1997).
Precedentemente era stato anche uno straordinario giocatore, soprattutto del suo amato Rosario Central, ma anche del Boca e del Santos di Pelé. A livello calcistico ha sempre propugnato un calcio creativo, in opposizione a quello rappresentato da Carlos Bilardo.
El Flaco (il magro) è noto per essere una vera e propria ciminiera: i medici gli hanno ovviamente consigliato di smettere di fumare. Nel 2007 lo avevo intervistato nel suo ufficio di Buenos Aires e ricordo che si accendeva una sigaretta dietro l’altra. Uomo di grandissima cultura, Menotti interrompeva spesso la chiacchierata per leggermi frasi tratte da articoli e brani di diversa provenienza.
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