Doğubayazıt, sabato 15 agosto
Girando un angolo di Doğubayazıt, un’altra visione, il palazzo di İshak-paşa appare sulla collina di fronte a noi alla fine di una serie di tornanti.
Era dal 2000 che speravo di venirci. Durante il programma per giornalisti che stavo frequentando a Parigi, fui inviato in Turchia insieme ad un’amica brasiliana per un reportage sull’ennesimo avvicinamento del paese all’Unione Europea. Dopo una serie di interviste comuni ad İstanbul ed Ankara ci dividemmo, lei venne qui all’estremo Est, mentre io andai a Diyarbakır (la città più importante del Kurdistan turco, dove me ne capitarono di tutti i colori, ma questa è un’altra storia…). Allora seppi dell’esistenza di questo posto immaginifico, ma solo dopo nove anni sono riuscito a raggiungerlo.
Sulla salita, varia umanità.
Il Palazzo, a circa 6 km dalla città, ricorda quello delle Mille e una Notte. Iniziato da Çolak Abdi Paşa nel 1685, Bey (Governatore) della provincia di Bayazıt, venne completato solo un secolo dopo (1784) da suo nipote İshak, Bey anche lui. Presenta una miscela di stili: ottomano, persiano, armeno, georgiano, selgiuchide (da Selçuk, dinastia turca orientale del Medioevo).
Si trovava sulla Via della Seta e possedeva 366 stanze, delle quali 24 riservate all’Harem, oltre ad un Caravanserraglio per i viaggiatori.
I colori ocra della pietra del Palazzo si mescolano con quelli delle strane forme delle montagne che lo circondano, plasmate dal forte vento che soffia quassù e che ha lasciato in superficie solo le rocce più resistenti.
All’entrata l’emozione è forte.
Nel primo cortile erano ammessi anche i viaggiatori.
Solo la famiglia e gli ospiti speciali potevano invece entrare nel secondo cortile, che portava all’haremlik e al selamlık (la zona maschile).
Da qui si arriva anche alla moschea, sotto la famosa cupola.
Si vedono anche i servizi igienici interni, un’esclusività per l’epoca.
Sulla destra si apre la Sala delle Cerimonie.
Qualche dubbio sorge sulla ristrutturazione che stanno ultimando proprio in questi giorni. Era necessaria una copertura per proteggere le delicate strutture del Sarayı, ma forse questa è troppo intrusiva.
Da una delle finestre sullo strapiombo si scorge una catapecchia di pastori che possiede probabilmente una delle più belle viste della regione.
Non lontana sorge un’altra moschea (chiusa) da cui si può godere di un altro panorama spettacolare.
Sopra di essa, i bastioni costruiti sulla roccia della montagna.
Dal bar che si trova al di sopra del Sarayı si può scattare la sua foto più famosa.
Respiro profondamente e cerco di immagazzinare ancora un po’ di immagini con gli occhi.Riusciamo anche a trovare una birra Efes, che completa il rilassamento. Altri preferiscono il rakı.
Riscendendo verso Doğubayazıt riappare la cima innevata dell’Ararat che era rimasta dietro ad un’altra montagnola.
İSHAKPAŞA SARAYINI ÇOK İYİ BİR ŞEKİLDE TANITTIĞNIZ VE GÜZEL POZLAR ÇEKTİĞİNİZ İÇİN SİZE BİR DOĞUBAYAZITLI OLARAK GERÇEKTEN MİŞEŞEKÜRÜM.
DOĞU REKLAM.DOĞUBAYAZIT
hi. thanks for your comment, but unfortunately I couldn’t understand a word… do you speak english? could you please translate it?
best,
a
Ho visitata ai primi di maggio 2024 la fortezza. Condivido l’emozione che si prova: il tempo si dilata, con una giusta fantasia si rivivono momenti che furono di altri e di altre culture. Luogo straordinario. Anche le immagini che ne ho fatte sono molto vicine a quelle di Alessandro.
bellissimo vero?
Ti invidio, sono anni che vorrei andare in zona, ma dopo essermi spinto sino al lago di Van, la stanchezza mi ha
obbligato al ritorno sulla costa a Marmaris, dove mi sono imbarcato per Rodi, dopo una disavventura alla dogana
Greca per presunto traffico di tappeti, ma …quando mai!!! ora la situazione politica non è delle migliori, per cui, oltre
al desiderio di visitare anche la città morta di Ani, mi dovrò accontentare dei resoconti di viaggio, molto belli e
particolareggiati come il tuo, comunque COMPLIMENTI e beto te. Saluti.
Giampiero
grazie caro.
se riesci, passa da quelle parti, e’ spettacoloso.
a presto,
a