19 April 2024

Vita e opere di Martín Palermo, el Loco

La vita di Martín Palermo, autore della seconda rete dell’Argentina contro la Grecia, sembra un film.

Originario di La Plata, negli anni è diventato uno dei grandi idoli del Boca Juniors. Pur non particolarmente dotato tecnicamente, con 213 reti è l’ottavo goleador della storia della Prima Divisione del Campionato Argentino.

Lo scorso 12  aprile è diventato il massimo cannoniere della storia del Boca, superando il record di 218 reti di Roberto Cherro che resisteva dagli anni Trenta.

Dopo 36 reti in 99 partite tra 1992 e 1997 con l’Estudiantes, club della sua città, passò al Boca, in cui allora giocavano anche Maradona, Caniggia e Samuel; arrivarono anche i gemelli Gustavo e Guillermo Barros Schelotto, oltre che Juan Román Riquelme.

Con il Guille e Román, Palermo formerà uno storico trio alla base del periodo d’oro della recente storia Xeneize, iniziato con l’arrivo di Carlos Bianchi sulla panchina gialloblù (1998).

Si capì ben presto che Palermo era un tipo eccentrico, per come festeggiava le sue reti, per tingersi i capelli di biondo, ma anche per le sue imprese, positive e negative, che lo hanno accompagnato fino alla partita contro la Grecia. Oltre a gol e titoli a grappoli, iniziarono gli episodi pazzoidi.

Nel famoso incontro contro Colombia, valido per la Copa América 1999, perso dall’Argentina per 0-3, Palermo riuscì nell’impresa storica di sbagliare tre rigori nella stessa partita, entrando per la prima volta nel “Guinness dei Primati”: spedì il primo penalty sulla traversa, il secondo alto ed il terzo venne parato dal portiere Calero. Scompare al confronto l’“inezia” dei due rigori falliti da Beccalossi in Inter-Slovan Bratislava 2-0, sedicesimi di Coppa Coppe 1982/83, un episodio reso poi celebre dal monologo dell’altrettanto geniale Paolo Rossi (il comico di Monfalcòn).

Nel Campeonato Apertura 1999, il 13 novembre, contro Colón di Santa Fé un altro episodio assurdo: Palermo si infortunò in uno scontro di gioco, rimanendo stoicamente in campo. Zoppicando vistosamente, nell’azione successiva segnò tuttavia il suo centesimo gol in Prima Divisione, senza riuscire quasi a festeggiare: uscì subito dopo e in seguito si verificherà che aveva rotto i legamenti.

Dopo sei mesi dall’incidente, il 24 maggio 2000, Martín tornò disponibile proprio alla vigilia della semifinale di ritorno della Copa Libertadores contro gli arcirivali del River Plate. Si giocava alla “Bombonera” dopo che las Gallinas avevano vinto l’andata per 1-2. Anche se Palermo non era al meglio, Bianchi lo inserì a 13 minuti dalla fine, sull’1-0 per Boca. In quel breve periodo Palermo diede la spinta decisiva marcando anche l’ultima rete del trionfo Xeneize (3-0).

Successivamente, Boca riuscì a rivincere il più importante trofeo continentale dopo 22 anni, prevalendo ai rigori sul Palmeiras allo stadio “Morumbi” di São Paulo; Martín marcò il penultimo penalty.

Il 28 novembre dello stesso anno Boca si assicurò anche la Coppa Intercontinentale a Tokio sconfiggendo il Real Madrid per 2-1, con due reti di Martín nei primi cinque minuti, ispirato da uno stratosferico Riquelme.

A fine 2000 Palermo lasciò Boca per emigrare in Europa, segnatamente agli spagnoli del Villareal. Successivamente nella Liga spagnola fece delle brevi apparizioni anche con Betis e Deportivo Alavés, ma segnò solo 26 reti in un totale di 106 partite in quattro anni.

Tuttavia si rese protagonista di altri episodi peculiari, il più importante dei quali accadde nella stagione 2001/02, in un incontro di Copa del Rey contro il Levante. Palermo era a secco da qualche partita, e dopo aver marcato corse verso la curva in cui si trovavano i suoi tifosi: sotto la loro pressione, un muretto del piccolo stadio cedette proprio su Palermo spaccandogli tibia e perone.

Tornò al Boca nel 2004, protagonista di nuovi trionfi, tra i quali svariati campionati argentini, la Recopa Sudamericana e la Libertadores 2007.

Nel febbraio 2007 ha segnato una rete da 61 metri all’Independiente.

Il 24 agosto 2008 Palermo si è nuovamente rotto i legamenti dello stesso ginocchio lesionato nove anni prima.

Dopo altri sei mesi di rieducazione è ritornato, in tempo per superare, nel 2009, le 194 reti in partite ufficiali con Boca che rappresentavano lo storico record del mitico Francisco Pancho Varallo, eroe degli anni Trenta. Lo scorso 5 febbraio Varallo ha compiuto 100 anni ed è l’unico calciatore ancora vivo della spedizione argentina ai primi mondiali, disputati in Uruguay nel 1930.

Ha segnato poi la rete che gli valse un altro “Guinness” per il gol di testa marcato da più lontano nella storia del calcio (da 38,9 metri, contro Vélez, il 4 ottobre 2009).

Nel 2009, a distanza di dieci anni dall’ultima apparizione, il CT dell’Argentina Diego Maradona lo ha convocato nuovamente in nazionale. Nell’incontro decisivo per le qualificazioni al Mondiale 2010 contro il Perú (già eliminato) sotto un diluvio alla Cancha de River, Palermo è entrato sull’1-1 allo scadere e al 47’ del secondo tempo, quando ormai il biglietto per il Sudafrica sembrava un miraggio, Palermo ha confermato la sua aura di eroe da fumetto: con una carambola il pallone è capitato nei pressi di Martín che con un piattone ha segnato il 2-1, salvando l’Argentina e Maradona.

Grazie a questa impresa e per la sua condizione di idolo, Diego non se l’è sentita di lasciarlo fuori dalla lista dei 23 per il Mondiale. Sembrava che per Palermo fosse già un premio sufficiente, ma contro la Grecia el Loco ha stupito nuovamente, con l’ennesima rete da opportunista a pochi minuti dalla sua entrata in campo che ha significato il suo esordio in un mondiale.

Nonostante sia «de madera», come dicono gli argentini (tipo “duro come il legno”), è un idolo per moltissimi (vabbè, soprattutto per la gente del Boca).

Ecco, in breve, un riassunto della sue imprese (anche se mancano le reti al Perú e alla Grecia) ne La Película de Palermo:

Comments

  1. Grazie, un’altra chicca di calcio mondiale dopo l’eccellente storia di Panenka!

    • alessandrogori says

      grazie bre.
      grande martín… ma ancor piu’ grande denis law!
      esci in chat che non ti becco piu’!
      a

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