26 April 2024

Niš, Čegar, ćika Sele, Ćele Kula

Niš, mercoledì 22 luglio

Da molti anni vengo a Niš dove risiede un altro amico, Dušan, laureato in italiano, lingua che ora insegna al Liceo. Fuori città sorge un monumento interessante che ricorda uno di quegli avvenimenti epici che sono così cari ai serbi.

cegar

Citando la guida Serbia a portata di mano (tradotta da me ed Andrea Pilia):

A Nord di Niš, oltre il villaggio di Kamenica, sorge la collina di Čegar, dove il 31 maggio 1809 gli insurrezionisti serbi patirono la loro più grande sconfitta. L’offensiva verso Niš fu ritardata per delle discordie tra i comandanti, dando così tempo ai Turchi di rinsaldarsi e riunirsi in maggiori forze. L’attacco turco alle trincee dei Serbi si concluse con un atto eroico da parte del capo di questi ultimi, il leggendario Stevan Sinđelić. Per non far cadere in mano nemica il deposito di polvere da sparo, lo fece infatti esplodere uccidendo se stesso e i suoi uomini insieme ai Turchi che stavano avanzando. Il monumento che commemora l’evento è una torre costruita nel 1927 da Julijan Đupon. La parte bassa è realizzata con le pietre della fortezza di Niš. In una nicchia sotto la torre si trova un busto di Sinđelić.

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Qualche tempo fa Dušan mi fece conoscere un personaggio molto affascinante, ćika (zio) Sele, un signore dalla folta e candida chioma, che praticamente risiede a Čegar dal 1988, quando il direttore del museo nazionale di Nis gli consegnò le chiavi della torre perché ne avesse cura.

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Nonostante non sia pagato da nessuno, dal mattino al tramonto Sele rimane a Čegar, vende un libricino da lui preparato ed altri ricordini, ma racconta a chi ne sia interessato le sue storie sul sito, sulla battaglia e su Sinđelić, offrendo ai visitatori rakija, caffè e bibite.  Di solito, in quasi ogni mia visita a Niš si va a trovare ćika Sele ed è sempre un piacere ascoltarlo e bere con lui.

cegar - cika sele1a

In città invece si trova un macabro monumento, che si riferisce alla risposta dei turchi alla stessa battaglia, probabilmente l’immagine più conosciuta di Niš, Ćele kula:

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Dopo la sanguinosa battaglia contro gli insurrezionisti serbi sulla collina di Čegar (1809), Huršid-paşa, locale comandante turco, ordinò che le teste dei Serbi uccisi fossero mozzate, scuoiate, imbalsamate e, come tali, inviate al Sultano. I teschi rimanenti avrebbero dovuto essere murati in una torre che sarebbe valsa da monito al resto della popolazione. La torre restò scoperta fino al 1878 deteriorandosi notevolmente. Nel 1892, con donazioni raccolte in tutta la Serbia, venne costruita un’elegante cappella, costruita da Dimitrije T. Leko, che incluse ciò che ne era rimasto. Degli originari 952 teschi ne restano solamente 58, ma la loro vista è ancora un’esperienza toccante, che rimanda alle vite stroncate e alle atrocità dei Turchi. cele kula3

Una testimonianza fu per la prima volta trasmessa in Europa Occidentale nel 1833 dallo scrittore francese Alphonse de Lamartine, mentre era in viaggio verso İstanbul. Una targa con la sua preghiera ai Serbi affinché preservassero la torre si trova all’interno della cappella. [Serbia a portata di mano]

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