19 March 2024

Il sogno è finito

Giovedì 25 agosto 2011

Il sogno è finito. E ben pochi potevano immaginare che terminasse in questo modo. Uscire con l’Arsenal per una squadra come l’Udinese ci sta, ma i friulani non solo hanno tenuto testa agli inglesi (eufemismi in entrambi i casi), ma hanno avuto anche la possibilità di giocarsi la qualificazione.

La partita è invece praticamente terminata al 59’ con il rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita. Si era sull’1-1 e mancava ancora mezz’ora alla fine, ma purtroppo stavolta il tiro dagli 11 metri di Totò Di Natale, Capitano e simbolo di questa squadra, è stato deviato da Szczęsny, il portiere polacco dell’Arsenal.

Ma come facciamo a prendercela con Totò dopo tutto quello che ha fatto per l’Udinese, anche in questa doppia sfida? Lui piccoletto, abbandonato praticamente da solo in mezzo ai corporuti difensori avversari ha anche preso un altro palo (oltre a quello dell’andata) e ha segnato (di testa!) una bellissima rete nel primo tempo.

Non è stato sufficiente.

Sapevamo che l’Arsenal era migliore della nostra squadra, anche questa versione rimaneggiata e quasi allo sbando, con i suoi due migliori giocatori venduti (Cesc e Nasri) e con altri in panchina (Aršavin), fuori per infortunio (Wilshere, Diaby) o per squalifica (Van Persie all’andata) e protagonista di un pessimo esordio di campionato (1 punto in 2 giornate). Ma proprio per questo l’occasione era ghiotta anche se sapevamo che sarebbe servito un miracolo: come tutti sanno l’Udinese è stata oltremodo indebolita dalle pur giuste cessioni estive di Sánchez, Inler e Zapata, che però non sono stati adeguatamente rimpiazzati.

Dopo aver ringraziato Pozzo sempre e comunque per il livello mantenuto in questi anni (come si dice), la critica di tutti prende di mira il Paròn e la società per non aver voluto o saputo investire almeno in minima parte quella vagonata di milioni che sono stati incassati nelle ultime settimane (per non parlare delle altre palate già in cassaforte degli ultimi anni).

Sarebbe avvenuto anche in caso di passaggio del turno. Non si chiedeva ai Pozzo di comprare Eto’o, ma almeno un paio di rinforzi, giocatori buoni, con un salario non altissimo ma affamati e già svezzati, e non future promesse che magari tra 2 o 3 anni verranno nuovamente vendute a peso d’oro. Il preliminare si giocava adesso, non tra due anni.

Se i dirigenti si sono sempre dimostrati bravissimi a scovare talenti da plasmare, non si può dire altrettanto per trovare calciatori affermati che volessero venire a Udine. O forse la società non ne ha mai avuto l’intenzione. E si sa, non sono i 70 milioni (per non parlare di diritti e altro) che possono scendere in campo.

Sintomatica la situazione dell’attacco, con tutto il peso e la pressione sulle spalle di Totò, capocannoniere nelle ultime due stagioni con 57 reti complessive ma ormai 34enne: se Corradi è stato lasciato libero dopo la fine del contratto (giustamente, vista la sua pochezza tecnica) e Denis è da oggi in prestito all’Atalanta (idem; ieri ha giocato solo qualche minuto alla fine), Pozzo è stato ben contento di riprendersi a costo zero Floro Flores e Barreto mandati via senza appello nelle scorse stagioni (anche se entrambi sono infortunati in questi giorni). E quando serviva una mano, è entrato il giovane ed evanescente Fabbrini, preso dall’Empoli.

La difesa, via Zapata e infortunato Domizzi, si basava su Benatia (gigante a Londra, ma meglio dimenticare quando ieri è stato spostato sulla destra), accompagnato dai nuovi Danilo (neanche male) e i barcollanti Ekstrand e Neuton che se la sono vista brutta sulle incursioni di Gervinho e compagnia.

Guidolin ha comunque già fatto un miracolo a sfiorare il passaggio del turno giocandosi la qualificazioni per tre quarti dei 180 minuti cavando quasi sangue dalle rape.

Totò ha fatto il suo, il solito portierone Handanovič ha salvato più volte il risultato e speriamo che si conservi bene durante tutta la stagione (ahinoi quando, probabilmente il prossimo anno, se ne andrà), Isla è stato un portento, Armero uno stantuffo (almeno fisicamente), Badu ha convinto come mediano, anche se poi non può costruire; ci si aspettava di più da Asamoah e risulta difficile vedere Pinzi fare la mezza punta (anche se ha fornito il bell’assist per la rete). Sul serio, tutti si sono espressi molto al di sopra del loro potenziale, ma una volta venuta a mancare la spinta fisica ed emotiva è rimasto il tasso tecnico (bassino).

Peccato, appunto perché un’occasione così non capiterà per molto tempo, anche per la riduzione dei posti per la Champions. Peccato perché sulle due gare (almeno fino al 59’) l’Udinese aveva creato quante e più occasioni dell’Arsenal. Peccato perché se fosse entrato il rigore forse le sorti della partita sarebbero cambiate. Magari poi si usciva lo stesso, ma almeno ce la si poteva giocare fino in fondo. Peccato per tutta la gente che è accorsa al “Friuli”. Peccato per Totò che non si meritava un errore del genere e per i giocatori che comunque sono usciti con gli applausi dello stadio tutto esaurito ma ben lungi dall’essere pieno (ossimoro?! Non per l’UEFA e, forse, per l’Udinese Calcio).

Peccato.

Qualcuno diceva che in questo modo siamo tornati al livello che ci compete. Mi permetto di dissentire decisamente: anche un’Udinese rimaneggiata non avrebbe fatto brutta figura in Champions, vista la presenza di squadre come Bate Borisov, Apoel Nicosia, Dinamo Zagreb, Oţelul Galaţi o Viktoria Plzeň. E con il livello del campionato italiano sempre più basso il club friulano, almeno nello scorso campionato, non ha certo sfigurato.

Domani il sorteggio dei gironi dell’Europa League, che sempre Europa è (ma non è proprio la stessa cosa!). E fino al 31 agosto c’è tempo per gli acquisti di peso che probabilmente non arriveranno (ieri intanto ha firmato il 22enne Gabriel Torje).

La giornata

Al “Friuli” si preannuncia una giornata storica, per Udine e tutto il Friuli. Intanto la canicola pesa come un macigno sul parcheggio dello stadio. Ma al nostro arrivo in zona, già dalle 17, si vedono le prime macchine strategicamente posteggiate nella poca ombra disponibile.

I fusti, anche caserecci, sono pronti ad entrare in azione.

Per la grande occasione, oggi il nostro gruppo è ampio come non mai. Finalmente arrivano anche gli altri appena usciti dal lavoro e si può dare inizio alle danze.

Qualcuno voleva strenuamente la soppressa, nonostante il caldo.

È ora di entrare. Stavolta non troviamo quasi fila ai tornelli (aumentati rispetto alla scorsa stagione), speriamo continui così anche in campionato. I giocatori sono già sul campo a fare riscaldamento.

Nei distinti fanno le prove per le bandierine che hanno ricevuto.

Con noi c’è anche la famosa maglietta Agfacolor di Gerolin che appare solo nelle grandi occasioni.

I nostri sono pronti. Chiamati, ringraziano già la Curva.

Il “Friuli” è tutto esaurito, con circa 27.500 biglietti venduti. Ma non si sa come mai la Curva Sud è completamente deserta, a parte i circa 500 tifosi inglesi.

Non si capisce perché il settore adiacente debba rimanere vuoto, se esiste comunque una divisione e noi all’“Emirates” [si veda il reportage da Londra] eravamo quasi a contatto con i tifosi avversari. Non ci si capacita neanche il motivo per il quale non siano stati venduti i biglietti per il terzo superiore delle curve, nel quale rientra anche il nostro settore (lo storico “baldacchino”, che comunque abbiamo occupato): in questo modo la sensazione è che anche la Curva Nord non sia piena. Sarà colpa dell’UEFA o dell’Udinese? O di entrambi? Mah.

Comunque l’effetto della coreografia è lo stesso piacevole.

Finalmente torna a risuonare la musichetta della Champions.

I nostri fanno gruppo.

L’Arsenal inizia molto bene deciso forse a sentenziare subito l’eliminatoria. Guidolin è teso, Wenger, graziato momentaneamente dall’UEFA, rimane seduto in panchina.

L’Udinese risponde all’8’ Totò segna con una girata al volo, lo stadio si illude ma era in fuorigioco. Qui un tentativo di Isla.

Al 17’ i bianconeri vicini al gol: Totò crossa dalla destra, colpo di testa di Armero che purtroppo schiaccia troppo la palla.

Sulla ribattuta il pallone sembra vada sul palo.

5 minuti dopo altra occasionissima per l’Udinese, con perfetto assist di Isla per Di Natale che calcia in caduta da distanza ravvicinata ma il pallone si schianta sul palo. La porta dell’Arsenal sembra stregata.

Poi è il solito Handanovič a compiere un doppio miracolo su Walcott e Van Persie, ma al 39’ la svolta: finalmente un centro di Pinzi pesca Totò solo da marcature e il Capitano non si fa pregare, insacca con una dolce palombella di testa che tocca il palo e, stavolta sì, entra in rete. Il “Friuli” esplode. Ora siamo pari e l’Arsenal si trova a dover ritentare daccapo.

Tutti pensano che ce la possiamo fare. Sull’onda dell’entusiasmo c’è qualche altra azione, come un tiro sparacchiato di Armero che finisce alto. Forse anche Wenger vede la possibilità che sfumi la qualificazione Champions che significherebbe un disastro sportivo ed economico. Ormai si va quasi al riposo e il colpo d’occhio dei settori pieni fa effetto.

Al rientro, il bravissimo Samir Handanovič risponde al pubblico che lo acclama.

Dall’inizio del secondo tempo entra il veterano Rosický, sempre pericoloso, al posto di Frimpong.

Visti i pericoli creati da Gervinho sulla fascia, Guidolin decide di spostare Benatia sulla destra, ma il franco marocchino invece di chiudere sull’ivoriano, aspetta che entri in area e si fa infilare sulla linea di fondo: Gervinho riesce a crossare e per Van Persie è facile segnare il pareggio. Ora sarà durissima.

Al 59’ il momento decisivo. Nessuno si accorge di un mani in area di Vermaelen ma l’arbitro portoghese Benquerença fischia il rigore. Ci guardiamo (piacevolmente) sbigottiti. Il nostro Capitano Di Natale ha ora l’occasione per riaprire la partita. Se segna, l’ultima mezz’ora sarà un assedio alla porta dell’Arsenal, e potrebbe anche scapparci una rete che significherebbe la qualificazione (se non ne subiremo altre ovviamente).

Tutto nei piedi di Totò.

Parte Di Natale,

ma invece di cercare di piazzarlo, Totò tira a mezza altezza, Szczęsny intuisce,

e il pallone finisce fuori, oltre la traversa.

Per la squadra è un colpo troppo forte e, nonostante manchi ancora mezz’ora, si capisce che la qualificazione è ormai andata. Al 69’ Theo Walcott in contropiede lanciato da Sagna infila nuovamente Handanovič. Ora è finita sul serio.

Al termine dell’incontro i ragazzi di Guidolin escono comunque accompagnati da un lungo emotivo applauso di tutto lo stadio. Grazie lo stesso.

Siamo tristi e abbattuti. La calura accompagnata alla tensione e ai canti ci ha arso la gola. Urge l’aiuto della birra fresca, di nuovo nel parcheggio,

e con essa gli ultimi assaggi e le discussioni del dopopartita. Ci ritroveremo in Campionato e in Europa League.

 

Comments

  1. endria™ says

    … si dai, ci ritroveremo in campionato!

  2. pensiamo positivo, dai!
    cercheremo di tornar a tirar fuori quella maglietta dell’85, magari senza aspettare tanti anni…
    di mal che vada la metteremo per andare a vedere il real a imponzo.
    buinenot.

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