Loftus Versfeld Stadium, Pretoria/Tshwane, domenica 13 giugno
Oggi c’è l’esordio della Serbia, alla sua prima partecipazione mondiale da sola e come stato indipendente. Nella nefasta spedizione del 2006, infatti, l’etichetta era ancora Serbia e Montenegro. Come qualcuno saprà in Germania ero riuscito ad essere allo stadio in tutte e tre le partite disputate e perse ignominiosamente: calcolando le (molte) reti incassate sono arrivati SCG arrivò ultima tra tutte le nazionali.
Stavolta la sensazione è che andrà diversamente. L’allenatore, Radomir Antić, è un grande e possiede una solida esperienza internazionale; la Serbia ha vinto in scioltezza il proprio girone di qualificazione costringendo la Francia ad andare agli spareggi; è vero, manca forse l’attacco, ma la squadra è compatta e può contare su giocatori di primo piano di varie squadre europee, come Vidić (ManU), Ivanović (Chelsea), Kolarov (Lazio), Jovanović (Liverpool), Krasić (CSKA Moskva), Stanković (Inter), Kuzmanović (ex Fiorentina, ora Stuttgart). Vedremo come andrà contro un Ghana che a sua volta presenta una buona formazione, allenata proprio da un serbo, Milovan Rajevac, di Čajetina, già mister della Zvezda.
All’interno della partita c’è anche la speciale sfida tra due giocatori dell’Udinese, Aleksandar Luković ed il bravissimo Dudu Asamoah.
Si gioca a Pretoria, la capitale amministrativa del paese, più Afrikaans e meno vibrante rispetto a Joburg dalla quale dista 50 km. Pretoria rappresentava una volta il centro del sistema dell’Apartheid, aspetto descritto dal suo stesso nome: con la fine del regime ha cambiato nome in Tshwane, anche se tutti la conoscono ancora con la vecchia denominazione.
Devo trovare il modo di arrivarci, anche considerando che non ho ancora ritirato i biglietti per le partite che ho comprato su internet. A Joburg il centro apposito è situato lontanissimo da dove mi trovo e mi servirebbero troppo tempo e complicazioni per arrivarci. Parto dunque al mattino presto da casa con il solito minibus fino alla stazione di Park Station; lì scopro che a qualche isolato di distanza da una speciale stazione coperta partono altri minibus di lunga distanza per Pretoria.
In questo caso bisogna comprare il biglietto in un apposito ufficio e non pagando sul mezzo. Ci metto un’ora per l’inezia di R25.
Poi mi serve un altro minibus per raggiungere il centro commerciale (lontanissimo dal centro) in cui è situato il “FIFA Ticketing Centre”.
Lì, dopo una lunghissima coda, riesco finalmente ad avere in mano gli agognati biglietti!
Sulla via dello stadio trovo altri personaggi interessanti. Sharon, una donna bianca di Joburg è venuta con sua madre da Joburg per vedere la partita; dice che tifa Ghana (una nazione di neri) perché è una squadra africana.
Poi si iniziano a vedere i serbi: alcuni che vivono in Sudafrica,
Poi una ragazza già afona che vive in Botswana (!).
Quindi, entrando nel recinto, la solita varia umanità.
Un pazzo delija (tifoso della nostra Crvena Zvezda) della Republika Srpska che si è dipinto la bandiera sul petto e sulla schiena e sui capelli,
Nostalgičari con la bandiera della SFRJ,
Improvvisati suonatori di vuvuzela giapponesi.
Alcuni brasiliani che chiedono perché non sia stato convocato il grande Rambo Petković, serbo che gioca in Brasile da una vita e che, a 36 anni, insieme ad Adriano l’anno scorso ha trascinato il Flamengo alla vittoria del Brasileirão.
Entrando nello stadio si vedono striscioni serbi di Vancouver, Budva, Priboj, Banja Luka, Niš…
Ma i ghanesi sono in schiacciante superiorità.
Sugli spalti si socializza.
Oltre ai tifosi
Si vedono le solite bellezze serbe.
Ed i soliti eccessi.
Si rivede il delija pazzo, immortalato da vari fotografi.
Durante il riscaldamento appaiono il biondo Krasić, dicono quasi all’Inter.
Jovanović saluta i tifosi.
E così fa anche Vidić.
Tre anni fa ad Užice, sua città natale, avevo conosciuto per caso il padre di Vidić in una pečenjara (tipica rosticceria serba).
Finalmente i giocatori scendono in campo.
Ma non tutto va come previsto. I serbi sembrano contratti e nervosi. Poche le occasioni su entrambi i fronti. Dudu si muove bene. Pantelić, da me sempre osteggiato, non ne combina una giusta, i laterali Krasić e Jovanović non incidono e nessun pallone giocabile di testa per il gigante Žigić. La partita si decide nel secondo tempo: al 74’ Luković si è fa espellere subito dopo un’occasione per Krasić (dopo un liscio di Pantelić) viene salvata in corner dal portiere Kingston. Sull’angolo susseguente, un buon colpo di testa di Vidić va appena alto.
Poi a sei minuti dalla fine il suicidio: su un innocuo cross, Kuzmanović entrato da poco commette uno stupidissimo quanto inutile fallo di mano cercando di contrastare di testa un ghanese. Rigore netto, trasformato da Gyan (Asamoah), che ha militato qualche anno (peraltro con pochi risultati) nelle file dell’Udinese.
Vince il Ghana e la festa esplode sugli spalti.
Rajevac, come aveva dichiarato nei giorni precedenti, non esulta, ma incassa la vittoria. Ora per la Serbia sarà molto difficile riuscire a qualificarsi, salvo un improbabile miracolo contro la Germania (anche là sarò allo stadio, dopo 15 ore di bus notturno).
Si tratta dell’ennesimo disastro calcistico serbo dovuto soprattutto a giocatori senza spina dorsale, né amor proprio, né riconoscenza per i loro tifosi che si sono sobbarcati un viaggio così lungo, senza contare quelli che soffrivano da casa.
Nemanja, un amico che si era riunito con vari compagni finalmente pronto ad un risultato positivo, mi ha scritto da Beograd: «Siamo tutti abbattuti. Finisce sempre allo stesso modo. Abbiamo cambiato tutto, nome, maglie, colori, ma alla fine si è visto lo stesso gioco, e una volta ancora un mano in area e rigore. Katastrofa!».
Con molta tristezza cerco di tornare verso Joburg, stavolta usando il treno. Non lontano dallo stadio c’è una piccola stazione. Da lì con il biglietto della partita si va fino alla stazione centrale di Pretoria e, dopo un cambio, ci vuole un’ora e un quarto per tornare fino alla Park Station di Joburg.
Arrivo prima delle 21 ma è già tardissimo per gli standard locali. C’è poca gente in giro, e nessun bianco in vista. Nessun minibus per Westdene, di taxi neanche l’ombra. Alcuni neri mi consigliano gentilmente di fare attenzione e di muovermi da lì al più presto. Camminando pochi minuti torno a Newtown dove finalmente trovo un taxi, casualmente è lo stesso che mi aveva portato a casa tre giorni fa.
Nella mia casa sono tutti allegri e satolli: Jordi, un eivissenc (abitante di Eivissa/Ibiza, che come tutti sull’isola parlano la versione locale del catalano) e alcuni argentini hanno organizzato un asado, o nella versione locale un braai: stanno mangiando e bevendo dalle 14 e non è rimasto molto. Alcuni si sono addormentati davanti al trionfo della Germania sull’Australia (4-0).
Derrick [ispettore?!], il simpatico sudafricano factotum della casa, accenna le note di una canzone che ha composto qualche anno fa: «Shot the ball!!!!».
Bravo Aleeeee!!!!!
Super je blog!Jedva čekamo još……idemo da dobijemo Švabe!!!!!
Nemanja
Hvalahvala!
Evo, od danas srbi su stigli za blog!!!!
Jaooo, da dobijemo Švabe???
Ako naši igraju ko pičke kao prošli put samo nadjemo da neće biti 4-0 kao sa Australijom!
Živ,
najgori
Aleeeeeeeeeeee Aleeeeeeeeeeee Aleeeeeeeeeee
Karamo Švabe!
mmmm Žika, mora mnogo bolje da se igra!
A sutra me čekaju 15 sati autobusom da idem da gledam utakmicu… strašno!
A
gran giramento di balle, veramente. peccato, ma con la germania non è impossibile.
c’è poco da fare, prossimo giro chiamiamo mourinho
Mou?! Por favor! Già è venuto Clemente per due anni… Antić va benissimo, sono i giocatori che sono delle pičke!
A
Bravo Ale 🙂 super tekst!
Bice uzbudljivo protiv Nemaca, ali ne ocekujemo puno. Svi polako pocinjemo da navijamo za Argentinu, drugo nam nije ostalo :))
Veliki pozdrav iz Majke Srbije 😉
Mmmm, kako dobro radi gugl translejtor, ha?!
😉
Žiiiiiiv,
A
Ale ale Ale ale Ale ale. Mondiale Ale ale
Svajcarci su zakon 😀
Veliki pozdrav, pa da sto kasnije predjemo da navijamo za Argentinu 🙂
Opa, Ikac!
Pa Švici su opasni (pa i Španija slaba)!
Kako je bilo tamo posle utakmice? Velika žurka?
Živ,
A
Hm. Nije mi delovalo kao da je Spanija toliko slaba koliko su ovi svi bili u 16 metara 🙂 Bice nesto i od Spanije.
Sad je malo bolje posle utakmice, nije se mnogo slavilo po Cirihu, tu i tamo neki auto …
ciao Ale
Secondo me sei te che porti sfiga alla Serbia! Ma una nazionale come la Serbia che lascia a casa uno come Pet, merita solamente di conquistare il 32 o 32 posto del mondiale.
oho, mancavi tu!
beh, nel 2006 e’ stato proprio ultimo posto!
si, hai visto lo striscione per pet????
com’e’ il blog, ti piace?
voi bene?
ciao, a
si, mi piace tantissimo il tuo blog. Quando arrivo a casa,la prima cosa che faccio é collegarmi e leggere il blog.
Dalla settimana prossima, quasiasi giorno puo essere il momnto del parto
purtroppo non riesco a caricare (soprattutto le foto) con facilita’, cmq piano piano si continua.
facci sapere quando nasce!
a