Venerdì 16 dicembre 2011
Che fatica. Dopo aver sbagliato l’impossibile, l’Udinese ottiene un pareggio con il Celtic che vale il passaggio ai sedicesimi di finale di Europa League. Ma lo spettacolo indimenticabile si visto nel prepartita, in piazza Primo Maggio.
I cattolici di Glasgow
Dopo un paio di mesi senza calcio, ero pronto per tornare allo stadio. L’occasione era ghiotta, l’ultimo turno del girone di Europa League al “Friuli” contro il Celtic.
Si tratta di uno storico club europeo. Il Celtic venne fondato nel 1888 da immigrati cattolici irlandesi, da cui il verde della maglia e le bandiere (irlandesi e non scozzesi) che i tifosi si portano in giro. È famosa l’acerrima rivalità del club con i cugini protestanti dei Rangers che si esprime soprattutto nell’Old Firm, uno dei derby più infuocati che esistano.
Il Celtic fu il primo club britannico a vincere la Coppa Campioni, nel 1967 quando, guidato in panchina dall’indimenticato Jock Stein, sconfisse a Lisboa l’Inter di Helenio Herrera per 2-1. Tre anni dopo raggiunse nuovamente la finale ma fu battuto per 1-2 dal Feyenoord di Rotterdam a San Siro e perse anche la finale di Coppa UEFA 2003 (2-3 contro il Porto di Mourinho a Sevilla). Al suo attivo anche 42 campionati (ma l’ultimo solo 4 anni fa) e 35 Coppe di Scozia.
Anche se negli ultimi (troppi) anni i risultati sportivi sono abbastanza tristi, i tifosi bianco verdi sono conosciuti per essere tra i più entusiasti e corretti che esistano (con qualche eccezione forse durante i derby di Glasgow…), un’ultracentenaria storia di forti passioni e di attaccamento alla squadra e alla propria comunità.
Durante un viaggio fino in Scozia e Irlanda in treno nell’estate del 1992, ricordo di aver assistito allo spettacolo di un Celtic-Dundee a “Parkhead”, il ribollente catino verde di Glasgow.
Il prepartita
La stessa passione si è disseminata in vari angoli del mondo e ha attecchito anche a Udine trasmessa da Paul Rinaldi, un simpatico prof di inglese nato a Glasgow con papà toscano, a una sessantina di amici friulani. Così, nel 2009, è nato il Celtic Club Udine che ieri pomeriggio in piazza Primo Maggio ha organizzato un evento per riscaldare l’atmosfera terribilmente uggiosa di metà dicembre. Questo il loro sito.
Il prepartita è stato memorabile grazie agli straordinari tifosi dei Bhoys cattolici di Glasgow che, a decine se non centinaia, hanno bevuto e cantato per ore sotto il tendone della piazza, ma sempre in un’atmosfera positiva e di fratellanza.
Se le bandiere sono soprattutto irlandesi,
l’unica scozzese è verde.
Gemellaggio.
Una nuova proposta per i pub britannici.
Effetti collaterali.
Addirittura un tatuaggio su schiena intera.
Richiama la stessa canzone dei tifosi del Liverpool, quella che quando si ascolta mette i brividi ad “Anfield” come a “Parkhead”.
La partita
Arrivando allo stadio l’umidità ti penetra nelle ossa.
All’Udinese basta un pareggio per qualificarsi al turno successivo. Per fortuna, Guidolin decide inaspettatamente di schierare Di Natale fin dall’inizio, forse si è finalmente reso conto che stasera non si può scherzare e bisogna andare sul sicuro per passare il turno. Per il resto dentro Ekstrand in difesa, Doubai e Badu a centrocampo, Abdi dietro al Capitano e con Isla e Pinzi in panchina.
Vista la serata non siamo moltissimi allo stadio, anche se sembrano siano presenti circa 800 scozzesi (con qualche prestito friulano in Curva Sud).
L’Udinese non gioca sciolta e l’irruenza fisica degli ospiti imbriglia i bianconeri. Al 28’ passano gli scozzesi con Hooper, grazie anche a un fortunoso rimpallo tra Handanović e Ekstrand. All’inizio della stessa azione Badu si era infortunato (gravemente?), al suo posto Pinzi.
Per fortuna nel recupero del primo tempo è come sempre Di Natale a salvarci approfittando di un errore della difesa scozzese. Se fossimo andati al riposo sullo 0-1 la ripresa sarebbe stata durissima, almeno così respiriamo.
Nel secondo tempo Guidolin inserisce Isla a centrocampo e la squadra inizia a giocare. Asamoah si mangia un gol già fatto spedendo sul palo da distanza ravvicinatissima. Subito dopo è Cha Du Ri a colpire il palo di Handanović: il pallone batte poi sulla schiena del portierone sloveno che è lesto a prenderla prima che superi la linea di porta.
Subito dopo Di Natale sbaglia due facili occasioni nella stessa azione e tutti abbiamo delle sensazioni negative. Basterebbe un golletto del Celtic e si andrebbe (ovvero si rimarrebbe) a casa. I brividi salgono lungo la schiena sugli ultimi due calci d’angolo, allo scadere della partita quando anche l’altissimo portiere Forster si fa vedere in area friulana.
Per fortuna l’arbitro fischia la fine sancendo il pareggio e il secondo posto dietro all’Atlético Madrid.
Nel sorteggio di oggi per i sedicesimi di finale l’Udinese ha pescato i greci del Paok di Thessaloniki, prima partita in casa; l’appuntamento è per febbraio.
e, gledali smo utakmicu kod Tomice sa sušenim mesom, spržom i domaćim vinom! Sad PAOK na Udineze…crno beli!!!!
he he, samo nema partizan…
a
Dev’essere stato veramente un grande spettacolo fraternizzare coi tifosi del Celtic, che tra l’altro in una serata così grigia ed umida si saranno sentiti a casa…
Secondo me il fatto che abbia giocato Totò è dovuto al fatto che è stato lui che ha spinto per giocare (ci teneva molto a questa sfida, ottimo segnale per il futuro in Europa ) per poi riposare ieri all’Olimpico.
Per quanto riguarda i gol mangiati mi sento di poter dire che sono più gravi gli errori di Totò rispetto a quello di Asamoah, protagonista sia giovedì sia ieri con la Lazio di due prove maiuscole. Vabbè che “Dudu” è un mio pupillo (e quindi non sono totalmente obiettivo…), ma contro il Celtic su quel pallone messo in mezzo da Isla ha anticipato due difensori. E’ vero che era a 2 metri dalla porta ed ha preso il palo, ma un altro magari non ci sarebbe nemmeno arrivato sul pallone, e nessuno avrebbe parlato di gol mangiato. Di Natale invece per 2 volte ha avuto il tempo di piazzarla, ma si è fatto resingere i tiri dal reattivo portiere scozzese.
Ma va benissimo così, siamo passati con qualche brivido (lo dicevamo coi “Magi” del nostro settore dopo la vittoria sul Chievo che è il nostro destino…) uscire dall’Europa League sarebbe stato beffardo.
Ed ora prendiamoci la rivincita coi greci e poi voliamo in Benelux….
grande miele.
speriamo dai.
quel “voliamo” in benelux lo prendo in parola…
😉
g