Mercoledì 18 settembre
Dopo la tappa con l’arrivo sul Montasio di quest’anno, pochi giorni fa è stata svelata l’ultima parte del percorso del Giro d’Italia 2014. Ottime notizie per la regione Friuli Venezia Giulia, impegnata con le ultime due frazioni della 97° Corsa Rosa. Il Giro terminerà a Trieste, in occasione del sessantesimo anniversario del ritorno all’Italia del capoluogo giuliano (1954). Ma l’attenzione di tutti gli appassionati sarà invece rivolta alla penultima tappa (167 km) con le inedite salite del Pura e di Razzo e il rinnovato arrivo sullo Zoncolan.
Ma soprattutto offrirà nuovamente la possibilità di conoscere a livello internazionale alcuni meravigliosi angoli della Carnia e alcune zone del Friuli.
Di seguito una carrellata di immagini che riguardano questo splendido percorso (con anche qualche indicazione da Gastronomade).
Si inizia il 31 maggio a Maniago, riconosciuta capitale dei coltelli. Qui piazza Italia,
l’interessante Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie,
e il rinomato bar & ristoro BARile.
Si continua verso San Daniele, conosciuto in tutto il mondo per i suoi prosciutti,
con la sosta obbligata all’Osteria e Prosciutteria ai Bintars.
Dopo un passaggio per Majano e Buja (di cui è originario Alessandro De Marchi della Cannondale), si entra in Carnia costeggiando il lago di Cavazzo e, superata Tolmezzo, la carovana imbocca la val Tagliamento passando per Enemonzo.
Qui alcune viste sul e dal campanile più alto della Carnia.
Nel paesino si possono trovare le prelibatezze di Carniagricola,
tra le quali il celebre Formadi Salât, presentato anche al Salone del Gusto a Torino.
Segue Ampezzo, capitale della Repubblica Libera della Carnia, entità politica autonoma liberata dai partigiani nell’estate del 1944 durante l’occupazione nazista.
Quindi la prima impegnativa salita che porta all’inedito Passo del Pura a 1428 slm, 11 km con una pendenza media dell’8%: qui una vista dalla salita verso la Val Tagliamento e l’Amariana,
l’arrivo sul passo,
e il benvenuto.
Si scende verso la diga di Sauris, una delle più alte d’Europa (136 metri) all’epoca della sua costruzione: venne terminata nel 1948 e si racconta che nella prima fase dei lavori vi parteciparono anche circa 300 prigionieri di guerra neozelandesi. L’orrido sul fiume Lumiei fa impressione.
Dall’altra parte, la vista sul lago di Sauris.
Proprio la diga è stata uno dei punti di passaggio dell’epica transumanza di Carniagricola,
con le manze che l’hanno dipinta di marrone.
Da qui,
attraverso le peculiari gallerie,
si sale verso Sauris, uno dei borghi più belli della regione.
Si tratta di un’isola alloglotta, un luogo in cui si parla un dialetto di origine alto tedesca portato intorno al XIII secolo dai fondatori del villaggio che probabilmente provenivano dal salisburghese.
Quella lingua, chiamata ora saurano, è rimasta “congelata” fino ad oggi ed è ancora parlata in paese. Qui il municipio in versione bilingue (Zahre è il nome di Sauris nella lingua autoctona).
A Sauris, immerso tra i boschi, il legno trionfa. Alcune case antiche sono costruite con un ingegnoso sistema ad incastro.
Le cataste di legna da ardere diventano decorazioni,
ma nelle stradine di Sauris di Sotto si vedono anche delle opere di veri e propri artisti.
Qui le classiche scandole, un modo per ricoprire i tetti comune a tutto l’arco alpino.
E il Flügelaltar (altare ligneo a sportelli) di Nicolò da Brunico (1524) e dedicato a Sant’Osvaldo, patrono del paese, da secoli meta di pellegrinaggi.
Ma anche a Sauris viene prodotto un ottimo prosciutto,
che si accompagna perfettamente con la locale birra artigianale.
Da quassù anche uno scorcio sulle acque cangianti del lago.
Pochi chilometri oltre si trova Sauris di Sopra, qui in una vista laterale,
dove riecheggiano le maschere del famoso carnevale locale,
e non solo.
Iniziano le insidiose rampe della seconda salita della giornata,
che portano a Casera Razzo,
15,6 km con pendenza media del 5,5%,
ma con punte di oltre il 10%.
I tornanti non finiscono più.
Il panorama è da favola,
Si scollina a 1816 m slm,
e subito dopo la vista sulle Dolomiti è fantastica.
Anche questa salita è inedita per il Giro, ma è stata uno dei punti di forza della Carnia Classic, la Granfondo del circuito Prestigio svoltasi il 30 giugno di quest’anno.
Dopo Forcella Lavardet, la lunghissima discesa attraverso la Val Pesarina, una delle più belle della Carnia,
Si passa anche da Pesariis, il famoso paesino in cui l’artigianato della produzione degli orologi è presente dal XVII secolo, fondato probabilmente da alcuni cramârs che avevano imparato il mestiere nella Foresta Nera, in Germania.
I cramârs erano quei carnici che dal XIII secolo circa e poi ancor di più dal XVI, ogni inverno con molti sacrifici abbandonavano le scarse risorse offerte dal loro territorio, attraversavano le montagne e si recavano a piedi nelle regioni dell’Impero Austro-Ungarico. Si occupavano di piccolo commercio, vendendo medicine, spezie che arrivavano a Venezia, stoffe, oggetti di artigianato. Poi, alla fine della stagione, ritornavano a casa portando in Carnia altre spezie, idee nozioni e quant’altro trovate sul loro cammino, come il caso degli orologi. Nel 1725 venne fondata la fabbrica Solari, ancora oggi è nota in tutto il mondo. Per questo la Pesarina è chiamata anche “la Valle del Tempo”,
con annessi e connessi (rosa).
Alla fine della discesa ci si immette nella Val Degano, ormai una zona conosciuta dagli appassionati di ciclismo.
Nella vicina Comeglians si trovano i migliori bignè della Carnia,
e da qui esiste l’accesso al famoso Monte Crostis e la sua Panoramica delle Vette, che com’è noto è stato eliminato la sera prima della tappa del Giro del 2011 grazie ai sotterfugi di Alberto Contador e del suo clan. Qui la cronaca di quella giornata.
Il percorso della stessa Carnia Classic,
è passato anche dal Crostis,
che rimane il sogno ancora non realizzato di Enzo Cainero, colui che si è inventato le tappe friulane (e carniche) del Giro.
Da Ovaro si sale al famigerato Zoncolan, divenuto ormai uno spauracchio famoso in tutto il mondo. Da Liariis per sei km la pendenza media è del 15% con punte del 22%.
Sarà la quinta volta in cui il Giro passerà di qui, dopo il 2003 (l’unica dal versante di Sutrio) in cui vinse Gilberto Simoni che si ripeté anche nell’indimenticabile edizione del 2007, a cui si riferisce questa foto:
Nel 2010 ebbe la meglio Ivan Basso e nell’anno successivo (quello del famoso rifiuto del Crostis di cui sopra) Igor Antón, quando l’anfiteatro naturale con il valico a 1735 m slm presentava quest’aspetto:
Nel 2014 però la tappa dello Zoncolan sarà la penultima del Giro, e risulterà probabilmente decisiva per la classifica finale.
Il primo giugno la 21° e ultima tappa, con partenza da Gemona del Friuli e passaggio tra l’altro a Tarcento, Cividale con il suo Ponte del Diavolo,
Cormons e il Collio, tappezzato di vigne che producono tra i migliori vini italiani,
ma dove si trovano anche le famose “frasche”, agriturismi aperti solo in alcuni periodi dell’anno. Per scovarli si seguono le indicazioni costituite da rami appesi ai bordi delle stradine della zona,
e che offrono fantastici prodotti fatti in casa.
Dopo Redipuglia davanti al sacrario della Prima Guerra Mondiale (altro anniversario, anche se non per l’Italia che entrò nel conflitto nel 1915), il Castello di Miramare e l’arrivo a Trieste dopo 169 km,
in Piazza Unità.
Sarà la quarta volta che il Giro termina in FVG (per la terza occasione a Trieste; una a Udine, nel 1983), ma probabilmente sarà anche la più bella. In moltissimi da diverse parti del mondo convergeranno in Carnia per non perdersi un fine settimana così.
Bellissimo! ma tu te lo sei fatto in bici?????? ahahahahah mi piacerebbe venire a vederlo il Carnevale di Sauris. Perché dopo la mostra fotografica sulla musica e la danza popolare della zona mi piacerebbe farne una su varie feste particolari della nostra Italia. Ad agosto ho “immortalato” la Festa Bella a Spelonga (rievocazione storica della Battaglia di Lepanto). Tu ci vai di solito al Carnevale????
in bici? sei fuori di testa?!
😉
per questo e’ segnalata la parte gastronomadica…
no, di solito per carnevale non sono in zona, ma chissa’ prossimamente..
baci,
a
Ales !!!!!
ma che meraviglia di articolo! In quanto a foto, come sempre il massimo!
Tvb
Kriss
grazie cara!
baci,
a
Grande come sempre Ale. Una busada
diana
he he, altrettanto lady…
😉
a