Mercoledì 8 giugno 2011
Sulla rivista digitale EaST Journal che si occupa di società, politica e cultura dell’Europa Orientale è apparsa oggi un’intervista a me realizzata da Silvia Biasutti.
Il titolo è “I viaggi di Alessandro Gori, moderno Cramâr tra Friuli e Oriente”.
Nell’intervista racconto infatti che usando una metafora ardita, a volte mi sento una specie di moderno Cramâr, anche se le mie motivazioni sono completamente diverse.
I Cramârs erano quei carnici che dal XIII secolo circa e poi ancor di più dal XVI, ogni inverno con molti sacrifici abbandonavano le scarse risorse offerte dal loro territorio, attraversavano le montagne e si recavano a piedi nelle regioni dell’Impero Austro-Ungarico.
Si occupavano di piccolo commercio, vendendo medicine, spezie che arrivavano a Venezia, stoffe, oggetti di artigianato. Poi, alla fine della stagione, ritornavano a casa portando in Carnia altre spezie, idee e quant’altro trovate sul loro cammino.
Il loro nome deriva dal tedesco Krämer (merciaio) o da Kram (merce), e per trasportare i loro prodotti usavano in spalla la “cràssigne” o “cràme”, un arnese in legno dotato di cassetti.
I miei vagabondaggi, che non sono a piedi e con lo zaino al posto della cràssigne, spesso si sviluppano alla ricerca di storie, persone e luoghi, ma riporto indietro anche sensazioni, emozioni, odori, sapori.
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Slabo pises o SRBIJI. Gde ti je inspiracija? Nisi odavno bio na Balkanu! Poslednja vest ti je o Mladicu. A gde ti je vest da ja Djokovic skupio 200.000 ljudi ispred Skupstine posle osvajanja Vimbldona. A Toma Nikolic nije iz cele Srbije skupio toliko ljudi, iako im je placao put i dovezao ih autobusima i davao im da jedu i piju. I ono o Zvezdi, slavi 20 godina od osvajanja titule samipiona Evrope. Kako bi to bilo sa Barsom, Realom, Interom … A o PARTIZANU ni reci, da je postavio rekord i da niko nije CETIRI PUTA UZASTOPCE u Srbiji (i bivsoj Jugi) osvajao prvenstvo. PRAVI SI “CIGANIN”. Pozdrav Mile, Vesna