28 March 2024

Il ritorno a Santiago e l’arrivo in Argentina attraversando le Ande

Giovedì 5 aprile 2012

Parto da San Pedro ancora assonnato dopo la lunga giornata di ieri che mi ha lasciato due grossi regali, i geyser e la Via Lattea nel deserto. Devo riprendere un aereo per tornare a Santiago e da lì mi aspetta il rientro in Argentina in bus con uno spettacolare attraversamento delle Ande.

L’ennesimo minibus per l’aeroporto di Calama parte molto presto e i colori sono ora caldissimi. Davanti a noi una lunghissima strada nel deserto,

e il cono del vulcano che ci accompagna, ancora per poco.

Sta sorgendo il sole con tutta la sua potenza.

Nei dintorni di Calama si vedono le casine costruite per i minatori.

L’aeroporto di Calama,

con le pubblicità minerarie.

È ora di ripartire con l’aereo di Sky.

All’andata ero stanchissimo e mi ero perso gran parte dello spettacolo dal finestrino, ora ho la conferma che i panorami di questo tratto sono emozionanti. Si inizia con il nuovo quartiere dei minatori che ho appena visto dal basso,

strade dritte nel deserto che sembrano tirate con la stecca,

altre miniere più piccole a cielo aperto,

incroci improbabili,

la costa.

All’arrivo a Santiago ritorno dalla famiglia di amici da cui avevo parcheggiato gran parte dei miei bagagli. Si sta preparando uno spettacoloso ceviche (pesce crudo marinato, con la possibilità di altre aggiunte quali peperoncino piccante, cipolla, spezie e salse varie),

che ci gustiamo sulla terrazza di casa,

con la mezzaluna sulle montagne che dominano la capitale cilena.

Rientro in Argentina

Al mattino dopo un altro bus dal bagagliaio pieno, con cui dovrò effettuare l’ennesimo attraversamento della frontiera tra Cile e Argentina.

Strane condutture.

Iniziamo ad affrontare i pesantissimi 29 tornanti per l’ascesa del passo sulle Ande,

i camion arrancano,

ma per i mezzi che scendono non va meglio.

Salendo si vedono montagne altissime. Da queste parti, già verso l’Argentina, dovrebbe scorgersi anche la cima dell’Aconcagua, che con i suoi 6962 metri è la cima più alta del continente americano e di tutto l’emisfero australe.

Si iniziano a vedere le file di macchine e camion in attesa.

Si sale ancora,

e si entra in un tunnel lungo 3 km che porta al passo de los Libertadores, la frontiera tra Cile e Argentina all’altitudine di oltre 3mila metri.

Qui si trova il complesso di controlli e dogane, per fortuna comune ai due paesi,

l’attesa è lunga (alla fine saranno ben oltre due ore) e c’è chi si ristora nei piccoli chioschi,

finalmente tocca a noi ma i controlli sono estenuanti.

Si passa ormai in Argentina,

carcasse di bus abbandonati,

i primi laghi,

con idrocarburi in lontananza le prime vigne,

che quando ci si avvicina a Mendoza tappezzano ogni centimetro libero.

Il viaggio volge ormai al termine, mancano pochissimi giorni in Argentina per poi riprendere un aereo e tornare in Europa.

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