Mercoledì 14 marzo 2012
Sono un po’ preoccupato per la continuazione del mio viaggio. A parte la straordinaria differenza termica (a SudSud faceva fresco se non freddo, mentre ora sono stato catapultato in piena estate), mi sto pericolosamente addentrando in territori turistici molto frequentati. Vedremo che succede. Intanto, da Puerto Varas in tre ore di bus arrivo nella luminosa Valdivia.
Come previsto, la terminal è zeppa di gente.
Ho anche dubbi se riuscirò o meno a trovare un alloggio per stanotte.
Inizio a camminare sul viale vicino alla stazione e per fortuna trovo subito una stanza.
Questa cittadina di circa 140mila abitanti è un gioiellino. Tra le più antiche del paese, venne fondata dal conquistador Pedro de Valdivia nel 1552. L’innegabile bellezza di Valdivia risiede nella sua conformazione, costruita alla confluenza di tre fiumi (Calle-Calle, Cau-Cau e Cruces), non lontana dalla costa e al centro della regione dei laghi di cui è capitale.
Per godere dei panorami basta camminare sulla costanera (la via costiera) Arturo Prat che offre scorci da ricordare.
Barche in ri-costruzione,
altre che portano i turisti.
Case che cercano di carpire la luce del sole,
parrillas dai nomi strani (anche questa è una zona di immigrazione tedesca),
la strana sede della famosa Universidad Austral.
Durante l’anno accademico esplode la vita studentesca di Valdivia, testimoniata anche dagli avvisi per strada.
Proseguendo sulla costanera, appaiono barche colorate,
qui chiamate góndolas,
ci si avvicina al centro della cittadina, caratterizzato da nuovi alberghi che ricordano (lontanamente) lo stile di Dubai,
ma si vedono anche qui (!) le scritte contro HidroAysén.
Un cartello annuncia la peculiarità principale di Valdivia, assolutamente inattesa: recita di fare attenzione alla presenza ai leoni marini… in pieno centro?!
In effetti poco dopo da lontano ne scorgo uno a pelo d’acqua.
Si svela l’arcano arrivando alla Feria fluvial, il mercato in riva al fiume.
Più sotto, vicino all’acqua, si trovano coloro che puliscono il pesce e che lanciano gli scarti dietro di sé.
Un gradino oltre, uccellacci che attendono,
e ancora più in là i famosi leoni marini.
Con il musetto che affiora.
Attraverso il mercato con le sue voci,
e i suoi meravigliosi prodotti,
le conchiglie,
e non.
Dalla parte opposta si vede e capisce meglio. Dietro, appunto, chi pulisce il pesce.
E in attesa, i grossi animali che qui sembrano dei cagnoloni addomesticati.
Molti giocano in acqua,
e raccolgono al volo i loro prelibati bocconcini.
Più oltre è attraccata una barca della marina militare cilena, con le solite frasi,
ma anche un sottomarino che ha visto tempi migliori.
Osservando meglio,
sulla sua estremità prende il sole un altro leone marino.
Confermando la fama di paese di vulcani e movimenti tellurici, anche qui il famoso terremoto del 1960 (già conosciuto a Chiloé) ha lasciato tracce: fu quello il sisma più forte mai registrato al mondo, e Valdivia ne fu la città più danneggiata.
In un’altra zona, i nuovi centri commerciali,
in contrasto con gli edifici antichi;
la Ruta Culinaria sembra interessante, anche se rimarrà per una prossima visita.
Anche qui, come dappertutto in Cile, il Niño Alexis Sánchez ti guarda per strada.
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