Anche se a denti stretti, due giorni fa ho fatto i complimenti ai miei amici grobari [“beccamorti”, così sono chiamati i tifosi del Partizan, acerrimi nemici degli cigani (gli zingari), quelli cioè della Crvena Zvezda, la Stella Rossa, la mia squadra]. Martedì scorso, infatti, grazie anche a una buona dose di fortuna, il Partizan è riuscito a qualificarsi per il girone di Champions (Liga Šampiona in serbo). Si tratta di un’impresa storica, riuscita in passato solo una volta a un club serbo (sempre il Partizan, nel 2003/04).
I crno-beli sono inaspettatamente riusciti a pareggiare per 2 a 2 contro l’Anderlecht all’“Astrid Park” di Bruxelles, uguagliando così il risultato dell’andata. Dopo i supplementari, i calci di rigore, con una serie di erroracci di entrambe le squadre; all’ultimo respiro Boussoufa dell’Anderlecht ha scagliato il pallone oltre la traversa mentre Stanković ha centrato il bersaglio. Da notare che l’autore dei due gol del Partizan è stato il brasiliano Cléo, autore anche di 22 reti nella scorsa stagione: si tratta di un giocatore precedentemente scaricato proprio dalla Stella Rossa, ennesimo segno evidente della pessima gestione del nostro amato club biancorosso.
Da parte nostra invece, la solita tristezza: oltre a non vincere il campionato da tre anni, per la Zvezda l’Europa è finita già il 5 agosto, eliminata dallo Slovan Bratislava nei preliminari di Europa League (1-3 al “Marakana” e 2-1 per lo Slovan a Bratislava). L’unico aspetto positivo, il primo esodo calcistico dei tifosi serbi dopo la fine del regime di visti per entrare nello spazio Schengen (terminato il 19 dicembre scorso).
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