12 December 2024

® 800g di carne e ricordo del grande Denis Law

Joburg, martedì 29 giugno

Sulla strada del ritorno verso Joburg la combriccola anglo-scozzese mi porta a mangiare la migliore carne in città (così almeno dicono loro).

David aggiunge che anni fa le migliori bistecche arrivavano dal Botswana, ma ora non più. Il posto si chiama “The Thunder Gun”, venne aperto nel 1968 e l’amico scozzese ricorda di esserci venuto già nel lontano 1972, o giù di lì.

Si tratta di una birreria in cui cucinano anche della carne succulenta (come idea può ricordare il nostro “Motodrome”, il quale è però completamente sui generis).

Ne approfitto con un bisteccone con l’osso da 800g, ovviamente al sangue.

L’unica accortezza è che qui in Sudafrica bisogna sempre sottolineare più volte che non usino salse, in stile yanqui, ma talvolta non è sufficiente: nonostante le raccomandazioni mi arriva una bistecca spalmata di agrodolce, che è comunque piccolina (sbagliando due volte); devo dunque aspettare che ne mettano un’altra sulla griglia.

Guardiamo alla tv l’ottavo tra Spagna e Portogallo: molta attesa, ma poca sostanza e, ancora una volta, un pessimo Cristiano Ronaldo che dice addio al mondiale. Finisce 1-0 per gli spagnoli con il solito golletto di Villa, in due tempi.

Fred, l’amico inglese di David, anche lui in Sudafrica da una trentina d’anni, tifa per il Manchester United e la conversazione si apre su orizzonti albionici. Da parte mia ho avuto la fortuna di recarmi un paio di volte all’“Old Trafford”:

nel autunno 2005 per una visita guidata (vuoto)

e nell’aprile 2008 per il ritorno dei quarti di Champions’ ManU-Roma (1-0, gol di Tévez, con un rigore sbagliato di De Rossi);

in realtà, dopo lo 0-1 dell’“Olimpico” (con rete proprio di Cristiano Ronaldo) la partita era già segnata.

Proprio nell’epoca d’oro degli anni Sessanta Fred seguiva tutte le partite dei Red Devils in quello stadio. Ovviamente secondo lui il miglior giocatore della storia è stato Georgie (Best), qui ritratto a sorpresa in Sudafrica con la maglia della nazionale nordirlandese: forse perché, già al prematuro tramonto della sua brevissima carriera, nel 1974 militò (per sole cinque partite!) nella compagine sudafricana Jewish Guild (sic).

Di quello storico squadrone tutti, a qualsiasi latitudine, conoscono appunto George Best (penosamente deceduto il 25 novembre 2005) e il tranquillo inglese Bobby Charlton. Ma spiego ai miei commensali che, pur amando Georgie, nutro una speciale simpatia per il meno noto della “Trinità” dello United, lo scozzese ribelle Denis Law, Pallone d’Oro 64 e uno dei giocatori più funambolici mai visti.

Cresciuto nell’Huddersfield Town, Law si era consacrato nel Manchester City, da cui nel 1961 lo acquistò il Torino. In Italia non riuscì ad adattarsi; rimase in granata solo una stagione durante la quale ebbe anche un grave incidente stradale (notturno) con il compagno di squadra inglese Joe Baker.

Agli inizio degli anni Sessanta lo United era in piena rifondazione dopo una delle tragedie più gravi della storia del calcio.

Il 6 febbraio 1958 la meravigliosa e giovanissima squadra dello United si schiantò a Monaco di Baviera, ritornando dalla vittoriosa semifinale a Beograd contro la Crvena Zvezda. Quella notte morirono sette giocatori, tra i quali il talentuoso 21enne Duncan Edwards che, secondo molti che lo videro in azione, possedeva tutte le qualità per diventare uno migliori calciatori mai visti.

Rimase ferito lo stesso allenatore Matt Busby che dopo un periodo di degenza in ospedale ricostruì dalle ceneri la squadra portandola, dieci anni dopo, alla conquista della sua prima Coppa Campioni.

Insieme a lui Bobby Charlton, un altro superstite della tragedia.

Nel 1961 Matt Busby prelevò dal Torino Denis Law, che rimase allo United per 11 stagioni (409 presenze e 237 reti) formando parte del famoso trio d’attacco insieme a Best e a Charlton, anche loro insigniti con il Pallone d’Oro dopo di lui.

Law non potè disputare semifinali e finale della vittoriosa Coppa Campioni 1968 per un infortunio a un ginocchio. Il declino di quello squadrone iniziò l’anno successivo con la sconfitta in semifinale contro il Milan ed il conseguente addio del leggendario Matt Busby.

Dopo varie stagioni tribolate, nel 1973/74 Law ritornò al City. Nell’ultima partita di quella stagione, il 27 aprile 1974, accadde l’inverosimile; il mio più grande rispetto per Fred che quel giorno era presente sugli spalti, proprio all’“Old Trafford”. A dieci minuti dalla fine fu proprio Denis a segnare la rete che significava la retrocessione dello United in Seconda Divisione, solamente sei anni dopo aver conquistato la Coppa! Fred lo ricorda come se fosse oggi: «Law segnò di tacco, a pochi metri dalla linea di porta e poi, a testa bassa e in silenzio, si diresse verso gli spogliatoi e uscì direttamente dal campo». Nell’estate successiva Law abbandonò il calcio professionistico e quella fu la sua uscita di scena.

Scheda:

Thunder Gun Steakhouse

Shop 5, Palala Centre

Cnr Beyers Naude and Lewisham Rd Blackheath

Johannesburg, South Africa

La pagina web

Comments

  1. Lacrime a leggere queste cose… grande Denis!
    Cheers Albion!
    e il tipo era allo stadio?
    … come dice qualcuno: “i seis simpri chei quatri atòr!”

    … bisteccazza con salsina? ah ah ah che ridere… avrei voluto esserci per sentire le imprecazioni…

    • alessandrogori says

      mmmm piu’ che albion, bre, denis e’ scozzese, e anche tanto.
      imparato il primo giorno sulla mia pelle a chiedere niente salse!
      quella sera gliel’avevo detto tre volte, ma e’ arrivata spalmata.
      eh, si, citazione del fra sempre valida.
      ziv,
      a

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