Giovedì 29 agosto 2013
A seguito della “quasi” trasferta di Zenica, la scorsa settimana ho avuto una nefasta inaugurazione (personale) della stagione 2013/14 con l’Udinese.
Per i noti “lavori” al Friuli (di cui parleremo più avanti), dopo la partita contro i croati Erzegovesi del Siroki Brijeg i friulani sono stati costretti a giocare anche il secondo preliminare di Europa League in casa al “Nereo Rocco” di Trieste. Ospite lo Slovan Liberec.
Nessuno si sarebbe aspettato una simile e sonante sconfitta (1-3). I cechi, di certo non uno squadrone anche se con già nelle gambe alcune partite di campionato, hanno approfittato con gli interessi degli errori e delle ingenuità dell’Udinese.
Lo Slovan ha tirato tre volte in porta da lontanissimo e in modo indisturbato ed è andato a segno tre volte, mentre i bianconeri hanno colpito una traversa e due pali pieni a portiere battuto.
Con i soliti amici intraprendiamo questa insolita “trasferta in casa”,
in pullman da Gemona con il locale Udinese Club.
Si passa anche all’esterno del “Friuli”,
come si sa, e con nostra grande delusione, la nostra Curva è ancora in piedi, proprio come l’avevamo lasciata a maggio nell’ultima di campionato.
Arriviamo a Trieste quasi al tramonto,
quando appare la figura del “Rocco”.
Il parcheggio dei pullman friulani, con presenza della polizia a evitare possibili guai,
si trova non lontano dallo stadio, nel quartiere di Valmaura.
Proprio qui di fronte, si staglia la lugubre figura della Risiera di San Sabba, tristemente nota come l’unico lager nazista in Italia con annesso forno crematorio. Oltre alle persone morte qui, dalla Risiera moltissimi vennero smistati verso i campi di sterminio in Polonia e gli altri lager in Germania. Chissà se qualcuno stasera sa della sua esistenza e del suo significato?
Come da tradizione il parcheggio pullula di attività enogastronomiche, sia con le ottime polpette caserecce del Club di Gemona,
che con salami, formaggi e fusti (auto)organizzati.
È ora di andare verso lo stadio, situato vicino al vecchio impianto triestino dedicato all’indimenticato Pino Grezar, mediano del Grande Torino.
Presenza di polizia.
Il “Rocco” è impressionante, proprio quello che servirebbe a Udine. Invece da anni l’impianto è semideserto, con la Triestina che è fallita ma che con la gestione precedente era stato addirittura “adornato” (in B) con figurine di cartone…
Anche qui si fa coda, con dei finti tornelli, ma si passa rapidi in tempo per l’entrata in campo delle due squadre.
La visibilità è perfetta, che invidia rispetto al disastro del “Friuli”!
Siamo sistemati nella tribuna dedicata a Gino Colaussi, all’anagrafe Colàusig. Nato a Gradisca nel 1914, negli anni Trenta fu gloria degli alabardati e ala della nazionale Campione del Mondo a Francia 1938: in quella manifestazione marcò nei quarti contro i padroni di casa (3-1), nella storica semifinale contro il favoritissimo Brasile (2-1) e fu addirittura autore di una doppietta nella vittoriosa finale dello Stadio “Colombes” di Parigi contro l’Ungheria (4-2).
Le curve sono chiuse, a parte un piccolo spicchio approntato per i tifosi dello Slovan con i seggiolini con schienale. Com’è noto, per i parrucconi dell’UEFA quelli normali di plastica (ma senza schienale) sono fuorilegge, le solite assurdità…
Guidolin schiera a sorpresa Lazzari, lasciando il Tucumano Pereyra in panchina. Davanti la coppia Totò-Muriel che speriamo quest’anno ci darà grosse soddisfazioni.
L’Udinese inizia a mille, creando una gragnola di occasioni nei primi minuti, soprattutto con Muriel (che poi scompare nel nulla fino a fine partita),
con una punizione di Totò,
oggi non molto preciso,
e un’altra bordata del colombiano deviata plasticamente in angolo dal portiere.
Poi al 16’ una coltellata dal nulla: Allan, stasera stranamente pressappochista, contrasta con il piede molle e l’ukraino Ribalka trova un sinistro proprio all’incrocio.
È un colpo pesante, ma subito l’Udinese ha la possibilità di pareggiare, con un tiro-cross di Di Natale che per qualche centimetro non viene spinto dentro da Danilo.
Al 35’ dopo un altro numero di Totò che pesca da solo Gabriel Silva in area: il brasiliano insacca con una mezza girata al volo,
con festeggiamenti inclusi.
Almeno si va all’intervallo sul pareggio.
Vari striscioni, anche da lontano.
Proprio all’inizio della ripresa un’altra botta.
Colossale errore della difesa e al 4’ i cechi ritornano in vantaggio con il congolese Delarge (nato a Brazzaville, chissà se sa di trovarsi nella regione che diede i natali a Pietro Savorgnan di Brazzà, a cui è ancora dedicata la capitale del suo paese…).
L’Udinese cerca di reagire e trova nuove occasioni che però non riesce a realizzare.
Qui Lazzari sbaglia clamorosamente da due passi.
Poi il portiere avversario Kovář colpisce alla testa Di Natale, che successivamente avrà bisogno di alcuni punti di sutura.
Al 17’doppio cambio per Guidolin che ci lascia perplessi: toglie Pinzi e Lazzari inserendo il Mago (?!) Maicosuel e il giovane Zieliński, ma lasciando in campo sia lo spentissimo Muriel che Totò. Si passa da un estremo all’altro.
Infatti, dopo un altro palo pieno (di Basta, a portiere battuto),
arriva un la terza rete dello Slovan, su un ribaltamento di fronte a seguito di un ostro corner l’indisturbato Kušnír ha tutto il tempo di prendere la mira e di uccellare nuovamente l’incerto Kelava. Da non credere, loro tre tiri e tre reti, noi diverse occasioni e solo un gol. Sfortuna sì, ma anche estremamente polli.
Comunque sia i tifosi sostengono la squadra.
C’è anche un altro palo di Danilo, ma finisce la partita,
con lancio (solo di Totò) di maglie,
mentre i cechi festeggiano.
All’uscita, un pensiero per l’indimenticabile Paròn Rocco,
con la gente che sciama dallo stadio.
Mesto il ritorno verso il Friuli.
Anche domenica scorsa all’“Olimpico” contro la Lazio la squadra non ha proprio convinto, sia a livello fisico che mentale. Erroracci, senza gioco, due reti perfettamente evitabili. Con tutto il rispetto per i risultati ottenuti in questi anni da Guidolin, nelle ultime tre stagioni il suo gruppo ha evidentemente sbagliato la preparazione, arrivando in condizioni non ottimali a tre preliminari consecutivi, anche contro squadre mediocri come lo Sporting Braga e lo Slovan Liberec.
Per passare alla fase a gironi nel ritorno di stasera in Boemia servirà un’impresa quasi impossibile, vincere con tre reti di scarto. Ancora qualche speranza esiste. Ma, nel caso non l’Udinese riesca a qualificarsi, ci auguriamo almeno che la dirigenza non venda nessuno, soprattutto Basta, indiziato numero uno.
Una delle partite più “sfigate” che ricordi di aver visto nella mia ormai lunga carriera da tifoso…
Una sequenza di episodi sfavorevoli difficilmente ripetibile, purtroppo capitati proprio in una della partite chiave della stagione, personalmente quella a cui tenevo di più.
Consoliamoci pensando che è stata una bella trasferta (in casa) dal punto di vista enogastronomico e, aspetto più importante ancora, della compagnia…
Un vero peccato non aver abbinato tali soddisfazioni a quella sportiva, cosa che non sembrava così difficile…
Ci sarà una prossima occasione?
insomma… anche stavolta e’ saltata (almeno per un anno, se non di piu’) la trasferta europea con amici.
speriamo almeno che la pausa abbia lenito le ferite.
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